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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

10 marzo 2014 | 10.24
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 10 mar. (Labitalia) - "Il tema della giustizia deve diventare centrale nella campagna elettorale per le Europee. L'incertezza e la lentezza giuridica sono un disincentivo per gli investimenti e una delle cause della mancata crescita economica". Così, in un'intervista a 'Il Tempo', Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea. "Dove c'è incertezza del diritto - osserva - si disincentivano gli investimenti. Una giustizia penale inefficiente spaventa gli imprenditori non solo quelli italiani ma soprattutto quelli stranieri. Chi decide di puntare sull'Italia, di aprire un'attività nel nostro Paese si scontra con un sistema giudiziario farraginoso e incerto nelle procedure. A questo si aggiunge la situazione della magistratura".

"Apprezzo e condivido molto le posizioni del presidente Renzi. Nel tono e nei contenuti. Del resto, ha accolto molte delle proposte che il Nuovo Centrodestra aveva presentato. Dal patto di Stabilità alla questione fiscale. Su qualche altra idea, come il sussidio universale di disoccupazione, discuteremo". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi. "La prima richiesta che ci viene dalle aziende - ricorda - ancora prima del taglio delle tasse, è: per favore, basta con lacci e lacciuoli che ci soffocano. Burocrazia zero. Con il pagamento dei crediti da parte dello Stato e semplificando all'osso la normativa, si può rimettere in moto il rilancio delle aziende".

"Per moltissime piccole imprese l'Irap costituisce un peso insostenibile. E' chiaro che un intervento sulla fascia più bassa dei reddito ha un fondamento di giustizia sociale e di sostegno ai consumi primari. Un taglio equilibrato di queste due voci potrebbe rappresentare la soluzione ottimale". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', C arlo Calenda, vice ministro dello Sviluppo economico. "Un taglio all'Irap - fa notare - aiuterebbe a tenere le fabbriche aperte e a conservare posti di lavoro. Se le aspettative rimangono negative, un taglio dell' Irpef, in particolare per quanto riguarda i redditi medi rischia di indurre le famiglie a risparmiare invece di consumare. Bisogna poi aggiungere che il beneficio degli eventuali maggiori consumi si spalmerebbe anche sui beni importati. E' chiaro che siamo di fronte ad alternative complesse. Nessuno ha la sfera di cristallo. E' bene che su questo si apra un dibattito e vengano rappresentate le diverse argomentazioni. Poi il governo prenderà una posizione che tutti sosterremo".

"Una sola riduzione delle tasse non sarebbe efficace. Se vogliamo davvero cambiare il Paese, dobbiamo lanciare un messaggio forte e di continuità". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', il sottosegretario all'Economia, Enrico Morando. "Vareremo un piano organico di riduzione del cuneo fiscale per tre anni - dice - con tagli del valore di circa 10 miliardi l'anno che saranno ripetuti, dopo il 2014, nel 2015 e 2016. Insomma imprese e lavoratori devono capire subito che entro la fine della legislatura il cuneo fiscale sarà riportato alla media europea. Il segnale è quello di un progetto di cambiamento del Paese che durerà anni. Dobbiamo andare verso un modello italiano di partecipazione dei lavoratori alla vita e agli utili delle imprese. E' ora di muoversi".

"E' curioso, si pensa che cambiando le facce cambino le politiche economiche, invece Padoan è in linea con Saccomanni e Monti. Non credo affatto sia l'uomo da cui aspettarsi un cambiamento delle politiche recessive imposte dall' Europa". Così, in un'intervista a 'Il Giornale', l'economista Emiliano Brancaccio. "Gli auspici renziani di poter ottenere qualcosa nel semestre europeo - fa notare - nella migliore delle ipotesi si tradurranno in concessioni irrisorie rispetto a quanto servirebbe per invertire il trend recessivo, dopo una caduta di 9 punti di pil in cinque anni".

"Di quote rosa si discute da 30 anni in tutto il mondo. Non credo sia possibile delineare una posizione di partito. Personalmente ritengo che una disposizione a tempo possa aiutare la società a cambiare senza rigidità permanenti che diverrebbero illiberali". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', il senatore Gaetano Quagliariello. "Va reso innanzitutto più equo - auspica - il meccanismo di assegnazione dei seggi per i partiti piccoli e medi. Con il sistema attuale è casuale. Potrebbe capitare che accedano alla Camera deputati con pochi voti a dispetto di altri candidati in collegi dove lo stesso partito ha un consenso molto più alto".

"Revisione della spesa non significa tirare fuori dei soldi da un cassetto. Ci sono tagli che possono avere un impatto sull'economia, anche se consentono di ridurre le tasse. La spesa pubblica italiana è tra le più basse d'Europa, va riqualificata con una radicale riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni centrali e territoriali". Così, in un'intervista a 'l'Unità', Stefano Fassina, ex viceministro dell’Economia con Letta.

"Il nuovo premier è partito col piede giusto, l'agenda e la road map delle riforme sono chiare. Spero che si possa realizzare quello che ha indicato come priorità. In particolare mi auguro che riesca a snellire la burocrazia, a semplificarla. Le indico una strada: portare avanti la digitalizzazione della pubblica amministrazione, per aumentare la produttività del settore pubblico ed offrire nuovi servizi ai cittadini. In questo modo si libererebbero risorse per alleggerire famiglie e imprese dal peso eccessivo delle tasse". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Maximo Ibarra, 45 anni, ad e dg di Wind.

"Se alcune Pa si riveleranno incapaci di ripianare il debito in cinque anni, sulla base di un accordo da stipulare tra Cdp e Abi, le banche potranno cedere alla Cassa questi crediti entro un limite annuo da determinare. In quel caso la Cdp, che è nata per finanziare gli enti locali e infatti lo fa per circa 90 miliardi, ristrutturerà a sua volta quel credito con durate più lunghe consentendo ai debitori di avere rate di ammortamento più contenute". Così, in un'intervista ad 'Affari & Finanza', il presidente Cdp Franco Bassanini.

"Quella dell'autore è una figura sfruttata, meno tutelata e più vessata rispetto al lavoro, al sangue, sudore e lacrime che ci butta. Quando arriva il bollettino Siae è un momento di gioia, ma non tanto per il contenuto, quanto perché riesci a toccare con mano il valore del tuo lavoro. Quelli sono soldi che vengono creati dal lavoro dell'autore". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', il regista e sceneggiatore Stefano Reali. "Chiediamo solo - ammette - che le tariffe siano tarate per renderle congrue a quelle degli altri Paesi europei".

"Primato della strategia sulla tecnologia, coinvolgimento delle persone, integrazione equilibrata dei social media e delle dinamiche digitali con le più tradizionali tecniche di customer relationship management". Così Paul Greenberg, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', esperto mondiale di gestione delle complesse relazioni tra imprese e consumatori (customer relationship management o crm). "E' un errore pensare - sottolinea - che social media come Facebook, Twitter e altre community possano sostituire canali tradizionali come telefono, email o messaggi. Ci sono 183 miliardi di email in circolazione ogni giorno. I social sono parte di un mix. I canali tradizionali continuano a vivere in modo forte".

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