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Tra internazionalizzazione e biologico torna Vinitaly dal 6 al 9 aprile

07 marzo 2014 | 18.25
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Tra internazionalizzazione e biologico torna Vinitaly dal 6 al 9 aprile

Roma, 7 mar. (Labitalia) - Internazionalizzazione. Questa una delle parole chiave della 48ma edizione di Vinitaly, il più importante salone mondiale dedicato ai vini e ai distillati che torna a Veronafiere dal 6 al 9 aprile. La manifestazione si conferma network globale per la promozione del sistema vitivinicolo, con buyer in arrivo da oltre 120 nazioni. Uno strumento a servizio delle imprese del settore, soprattutto di quelle italiane che nel 2013 hanno totalizzato oltre 5 miliardi di euro di export.

In questa edizione, grande attenzione anche al mondo del biologico, grazie al debutto di Vinitalybio: salone specializzato riservato ai vini biologici certificati, realizzato con la collaborazione di FederBio. L'intento è quello di valorizzare le produzioni enologiche che seguono le norme del regolamento Ue, e di rispondere a una precisa domanda del mercato, in particolare nei Paesi del Nord Europa, dell'America del Nord e dell'Estremo Oriente. In contemporanea alla rassegna veronese, dal 6 al 9 aprile tornano anche Sol&Agrifood ed Enolitech, i due saloni che completano l'offerta di Vinitaly con l'eccellenza del food e delle tecnologie per la viticoltura, l'enologia e l'olivicoltura made in Italy.

"Vinitaly è la massima espressione dell'eccellenza vitivinicola italiana e per questo non ho dubbi che sarà protagonista durante i sei mesi dell'Expo a Milano. Presto vedremo svilupparsi il potenziale cui abbiamo lavorato insieme finora. Nei prossimi giorni il ministero farà dei passi avanti con Expo in questo senso. Riconosco la centralità di Vinitaly anche per lo stile, la capacità e la forza di promuovere all'estero il vino tricolore e le sue imprese", ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ieri, a Roma, durante la conferenza stampa di presentazione di Vinitaly 2014, riferendosi agli atti attuativi per il padiglione vino che verranno firmati a breve tra ministero ed Expo.

Tra le maggiori novità di quest'anno, due sono proprio dedicate al focus sull'estero. La presenza degli espositori stranieri per la prima volta è stata resa organica, all'interno di un unico padiglione che prende il nome di Vininternational - International Wine Production. In questa direzione va anche l'iniziativa di International Buyers' Lounge, con Taste and Buy: nuova area per il b2b wine&spirit dedicata a operatori che arrivano da oltreconfine. "In questo quadro, Vinitaly è sempre più strategico - ha spiegato il presidente di Veronafiere, Ettore Riello - per la sua capacità di valorizzare una parte così importante dell'eccellenza agroalimentare italiana. Il continuo lavoro di sviluppo della rassegna, l'interpretazione degli scenari di mercato e un'esperienza di oltre cento anni nel campo fieristico, ci hanno permesso di superare per la prima volta i 100mila metri quadrati espositivi netti, con il sold out già da parecchi mesi".

"Uno dei punti di forza di Vinitaly - ha dichiarato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - è da sempre quello di proporre un percorso di andata e ritorno. Grazie alla rete di Vinitaly International, infatti, accompagniamo le imprese italiane negli Usa, in Russia e in Cina, favorendo al contempo l'arrivo di quelle estere all'appuntamento di Vinitaly a Verona, che genera un indotto di oltre 300 milioni di euro sul territorio. Per favorire le presenze internazionali di quest'anno, con buyer da 120 Paesi, abbiamo investito oltre un milione di euro nelle attività di incoming". Per Mantovani, la strada dell'internazionalizzazione è quella giusta: "Se il Pil italiano, fermo da 12 anni, seguisse le performance di crescita media del 6,5% annuo del nostro vino all’estero, avremmo risolto da tempo i problemi del Paese".

A sua volta, il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, ha ribadito l'importanza del settore vitivinicolo per la crescita dell'agroalimentare italiano: "Se applicassimo i risultati ottenuti dal vino italiano all'estero a tutta la filiera agroalimentare, potremmo tranquillamente raddoppiare gli attuali 33 miliardi di euro di export. Naturalmente per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di tanti Vinitaly, di tante fiere in grado di accompagnare le imprese, mettendole a sistema".

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