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Corte dei Conti, sommerso 21,1% pil, evasione Iva e Irap 50mld

04 giugno 2014 | 17.58
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Corte dei Conti, sommerso 21,1% pil, evasione Iva e Irap 50mld

Roma, 4 giu. (Labitalia) - Nel 2013 in Italia il sommerso è stato pari al 21,1% del pil. Lo rileva la Corte dei Conti, spiegando che è di oltre 50 miliardi l'evasione stimata nel solo 2011 per Iva e Irap. La pressione fiscale in Italia "è eccessiva e mal distribuita". La Corte dei Conti punta poi il dito contro il sistema tributario e ne sollecita una riforma, nel rispetto di equità e vincoli di bilancio. Intanto sul fronte dei conti pubblici il ministro Pier Carlo Padoan difende gli sforzi fatti dal paese: 67 mld di manovre dal 2011 al 2013.

Nel 2013 la pressione è stata pari al 43,8% del Pil, 3 punti in più rispetto al 2000 e quasi quattro in rapporto alla media europea, rileva la magistratura contabile nel Rapporto 2014 sul coordinamento della finanza pubblica. Il tutto corredato da una una grossa fetta di economia in nero: nel 2013 il sommerso nel Belpaese è stato pari al 21,1% del pil, si rileva nel documento, spiegando che è di oltre 50 miliardi l'evasione stimata nel solo 2011 per Iva e Irap.

La ricetta suggerita dalla magistratura contabile passa per la spending review. "Un contenimento della spesa è la strada obbligata per ridurre il peso della tassazione sull'economia" si legge nel testo, avvertendo tuttavia che "la spinta verso una riduzione ed un riequilibrio della repressione tributaria, opportunamente avviata dal governo, si deve confrontare con i vincoli della finanza pubblica e con l'idoneità degli strumenti a disposizione".

Per la Corte dei Conti l'intervento che porterà 80 euro nella busta paga dei lavoratori non basta: "un surrogato", si definisce nel documento. ''Politiche redistributive basate sulle detrazioni di imposta così come scelte selettive rientranti nell'ambito proprio e naturale della funzione dell'Irpef, affidate a strumenti 'surrogati' (prelievi di solidarietà, bonus, tagli retributivi) sono all'origine di un sistematico svuotamento della base imponibile dell'Irpef finendo per intaccare la portata e l'efficacia redistributiva dell'imposta'', si legge nel rapporto, caldeggiando "un disegno equo e strutturale di riduzione e redistribuzione dell'onere tributario''.

Sul fronte dei conti pubblici, di certo, sottolinea il presidente della Corte Raffaele Squitieri, "la condotta di finanza pubblica richiede ancora molta accortezza e grande disciplina" ma, osserva, "rigore e disciplina segnano la politica di bilancio da almeno 4 anni".

Ecco perché "uno sforzo eccezionale" non può " realisticamente essere protratto troppo oltre in assenza di crescita economica. O almeno non oltre quanto gia' programmato nel Def". Di certo, incalza, "preoccupa la tendenza del debito pubblico".

Ma sull'alto stock del debito il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rassicura che "se la crescita nominale fosse più alta la sostenibilità del debito non sarebbe in discussione, e non lo è". La "sostenibilità di lungo periodo delle finanze italiane è maggiore di quella di altri paesi Ue" ha insistito. Di certo, osserva " la crescita e' la via maestra per abbattere il debito".

Da parte sua "l'Italia ha fatto e continua a fare i compiti a casa. Tra il 2011 e il 2013 il valore delle manovre è stato di 67 mld pari al 4,3% del pil", spiega Padoan. Ma anche l'Ue deve fare la sua parte per passare da una ripresa al lumicino ad una crescita sostenuta.

"L'Europa e' al bivio - conclude Padoan - o una politica economica che sia un indirizzo molto forte su una visione per i prossimi anni o, se non si coglie questa finestra, l'opportunità andrà persa. E' il momento della svolta".

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