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Enogastronomia: tra passione e crisi arriva il ‘temporary chef’

23 giugno 2014 | 17.23
LETTURA: 4 minuti

Un’idea nata per gioco, che è già diventata un format innovativo nella ristorazione.

Enogastronomia: tra passione e crisi arriva il ‘temporary chef’

C’era già il temporary store, e anche il temporary manager. Ma nessuno, ancora, aveva sentito parlare di temporary chef. Non un cuoco di professione, ma un professionista prestato ai fornelli, e solo per un periodo: insomma, uno chef a tempo. Un’idea nata per gioco, che è già diventata un format innovativo nella ristorazione. A lanciarla un manager impegnato, una giornalista sportiva e una foodblogger, che per tre giorni alla settimana, fino a ottobre, si alternano nella cucina di un ristorante romano. Risultato: un’offerta gastronomica per tutti i gusti e un calcio alla crisi.

“Credo che in questo periodo in cui tutte le cose sono a tempo determinato - spiega la foodblogger Giulia Nekorkina - sia stata una buona idea quella di creare questo format del temporary chef. E’ una maniera innovativa e divertente per lanciare nuovi locali con tre persone non professioniste nel campo della cucina, che si sono riunite per proporre a un ristorante i propri piatti. Noi tre, che non siamo chef professionisti, siamo uniti però dalla stessa passione per la cucina e ne è nata una bellissima alleanza. Così, diversifichiamo le serate nello stesso ristorante. La mia proposta si basa sul pesce povero, molto accessibile ma spesso poco apprezzato”.

C’è poi la giornalista sportiva che propone cucina vegana: “Un’esperienza che nasce da una grande passione - spiega Alessandra Rotili - che è quella per i fornelli, con una proposta particolare, perché io sono vegana e propongo una tavola ‘cruelty free’. Per me la cucina è un hobby parallelo al mio lavoro di giornalista sportiva. Il progetto del temporary chef è innovativo proprio perché è realizzato da chef non professionisti ma uniti dalla grande passione per la cucina e da una proposta dinamica: in uno stesso ristorante, in sere diverse, si possono mangiare cose diverse”.

“La sfida è proprio di proporre una cucina diversa - rimarca - e il riscontro è positivo: c’è molta curiosità dettata da vari fattori, dalla moda all’attenzione per la salute. Comunque, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la mia è una cucina cento per cento sapore e molto colorata, varia e allettante, una tavola completa dall’antipasto al dolce”.

Se poi ai fornelli arriva un manager, l’innovazione è assicurata. “Coniugare un’attività così impegnativa come quella di manager durante il giorno - dice Marco Dau - e coltivare una passione la sera in modo altrettanto impegnativo non è facile. Ma questo è un progetto molto originale e intrigante, che unisce una serie di fattori legati alle passioni di noi tre. Certo, ci vuole anche la partecipazione di chi come questo ristorante consente di esprimere questa passione in un contesto più professionale. E mi sembra che i risultati ci siano. La mia specialità qui è la cucina romana, valorizzando la tradizione ma in una logica di innovazione: per esempio, propongo una carbonara di pesce”.

C’è chi già scommette sulla prossima edizione dei temporary chef. Del resto, anche il titolare del ristorante è un professionista a suo modo prestato alla cucina. “Oltre alla mia professione di avvocato - racconta Paolo Giordano Orsini, titolare del ristorante ‘Assaggi d’autore’ - sono imprenditore e con mia sorella da sei anni abbiamo lanciato questa attività di ristorazione. E’ iniziato come gioco, ma farlo in modo imprenditoriale è un’altra cosa”.

“Questo locale nasce come bistrot e book bar - prosegue - e accogliere nella propria casa i tre temporary chef è un’esperienza bellissima perché insieme a loro viviamo quelle emozioni che con i professionisti non si hanno, i retroscena con tutte le difficoltà di chi svolge nella vita altri lavori, come noi del resto. Per noi, è la prima esperienza questa di aprire la nostra cucina ad esterni e ci piacerebbe che continuasse per più tempo”. Forse il temporary chef non diventerà un cuoco di professione, ma di sicuro sarà sempre meno a tempo, e sempre più gettonato.

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