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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

24 giugno 2014 | 10.06
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

“È già un grande passo avanti sentire un premier italiano che tesse l’ elogio dell’industria manifatturiera e della politica industriale. Dopo anni di pensiero unico, a leggere le proposte di Matteo Renzi raccolte dal Messaggero in risposta all’ editoriale di Romano Prodi sembra di essere in un altro mondo”. Così l’economista Giulio Sapelli, in un editoriale, su ‘Il Messaggero’.

“Un pensiero unico -continua Sapelli- che umiliava le politiche industriali in sé, grazie al sillogismo che qualsivoglia intervento legislativo diretto o indiretto, rivolto alle imprese in prima persona oppure al contesto in cui esse operano, sia negativo. Se poi aggiungiamo l’ indimostrabile sillogismo altrettanto devastante per cui a più presenza dello Stato corrisponde più corruzione (contro tutte le evidenze empiriche come dimostrano le ancora oscure vicende del Mose e dell’Expo) il circolo perverso si chiude fino a dire che qualsivoglia politica industriale è negativa”.

“Oggi si assiste a un lento ma significativo -conclude- cambiamento di prospettiva. Si glorificano gli interventi indiretti: in primis quelli della semplificazione amministrativa e della leva fiscale, nel primo caso deburocratizzando e delegiferando. E certo molto si può fare”.

“Una presa di coscienza politica molto importante. Ma comunque ancora un primo passo non sufficiente. Dobbiamo insistere e rilanciare. E’ il riconoscimento della nostra linea”. Così, in un’intervista a ‘Il Messaggero’ Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, sulla situazione in Ue.

“Il solo fatto che la Merkel -continua Baretta- prenda coscienza che la politica attuale dell’Europa è inadeguata a stimolare la crescita, mi sembra un elemento rilevante. Si apre finalmente un varco a una discussione che può portare a una svolta. Diciamo che ora ci sono le condizioni. Il segnale è sicuramente positivo e da apprezzare”.

“Sul diritto dovere di istruzione e formazione occorre togliere competenze alle Regioni. Non può funzionare che ciascuna abbia i propri profili formativi, perché rischiamo di creare un mercato frammentato, pieno di barriere per i lavoratori”. Così, in un’intervista al ‘Sole 24 ore’, la presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone.

“In alcune Regioni -spiega Calderone- non si riesce neppure a sapere che cosa fanno le province. Anche i dati sul mercato del lavoro spesso non sono attendibili, perché se è vero che chi perde il lavoro è ‘dichiarato’ attraverso le comunicazioni obbligatorie telematiche, talvolta non si riesce a identificare chi è ancora in cerca di occupazione e chi invece ha trovato un impiego”

“Noi giudichiamo positivamente l’ agenzia nazionale per il lavoro, prevista dal disegno di legge delega, a patto che non diventi un modo per ricollocare una parte del personale delle Province che non si sa bene dove destinare. Purtroppo, i nostri uffici per l’impiego hanno un decimo delle persone che in Germania o in Francia si occupano di orientare al lavoro -conclude Calderone- e nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di operatori più orientati alla gestione burocratica piuttosto che professionisti abituati a far incontrare domanda e offerta”.

“Davanti ai conti in ordine, soprattutto in Italia (in Francia è un altro discorso) e al vistoso rallentamento della crescita che tocca la stessa Germania, la Merkel nel suo pragmatismo ha capito che l’ azione di stimolo deve essere subordinata a un ulteriore perfezionamento dei meccanismi di riforma dei Paesi membri”. Così, in un’intervista a ‘Il Giorno’, l’economista Mario Deaglio.

“Merkel non ha mai sposato -continua Deaglio- posizioni ideologiche, e oggi di fronte alla pressione dei leader socialdemocratici europei e ai segnali di incrinatura nell’occupazione in Germania, ha deciso”.

“Il principale motore dell’espansione europea sono le esportazioni extra Ue, soprattutto verso Cina e Russia. Nel momento in cui -conclude Deaglio- la Cina segna qualche battuta d’incertezza e la Russia si trova in questa situazione con l’Ucraina e usa il rallentamento degli ordini come strumento di pressione, ecco che scatta la paura”.

“Non lo dico io ma i commissari Ue. O l’Italia fa le riforme e ricomincia a far correre i principali indicatori economici o un’altra manovra diventa inevitabile”. Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, in un’intervista a ‘Libero’.

Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni avverte Renzi: “Le riforme non si fanno con le fanfare, seguendo i luoghi comuni o mettendo gli uno contro gli altri”.

"Non c'è alternativa per Alitalia" all'accordo con Etihad. Così il patron della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo in un'intervista al Financial Times. "Gli ultimi quattro anni sono stati terribili per Alitalia. Non mi preoccupa chi sarà l'acquirente di Alitalia. Quello che è cruciale per italiani, turisti e imprenditori è avere una compagnia competitiva", ha detto, osservando inoltre che Klm e Air France 'calzavano' meno bene ad Alitalia per via dei loro interessi in concorrenza, mentre l'aviolinea emiratina è complementare al vettore del Belpaese.

Montezemolo ha poi smentito le voci sulla sua possibile nomina a presidente del gruppo, bollandole come "fantasie", ma ha spiegato che lo scorso anno l'allora premier Enrico Letta gli aveva chiesto di usare i suoi contatti nell'emirato per sondare gli interessi di Etihad, peraltro sponsor Ferrari nella Formula Uno. "Ho una grande passione per Abu Dabhi, il mio rapporto personale con il paese è molto profondo", ha detto.

Quanto a 'Italo', "hanno provato a farci fuori", ha attaccato riferendosi a Ferrovie dello Stato e smentendo poi i rumors su una possibile bancarotta del primo gruppo ferroviario privato italiano. "Si sta lavorando sui debiti", ha tuttavia ammesso Montezemolo. "Nel nostro paese non c'è molta cultura della concorrenza, e questo vale anche per Alitalia", ha aggiunto. Infine esprimendo l'auspicio che il premier Renzi metta il paese su un percorso di cambimento, Montezemolo ha concluso affermando: "Se qualcuno come Renzi sta provando ad affrontare questi problemi, siamo obbligati ad aiutarlo".

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