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Professioni: consulenti, serve semplificazione per ‘nuovo’ lavoro

26 giugno 2014 | 15.32
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Al congresso il confronto fra i dirigenti provinciali.

Professioni: consulenti, serve semplificazione per ‘nuovo’ lavoro

Semplificare. E’ la parola d’ordine in materia di lavoro che arriva oggi dall’8° congresso nazionale dei consulenti del lavoro in corso a Fiuggi, durante il quale si sono confrontati i dirigenti provinciali dei professionisti.

“La prima esigenza che abbiamo individuato -ha spiegato Giuseppe Buscema, presidente della Consulta degli ordini della Calabria- è quella della semplificazione. Crediamo che si debba superare lo Statuto dei lavoratori per arrivare a uno Statuto del lavoro, che guardi al lavoro a 360 gradi perché senza lavoro professionale non c’è lavoro subordinato”.

Per Buscema, non è possibile che “le imprese combattano quotidianamente con degli adempimenti burocratici continui”. Secondo Buscema, naturalmente, ci deve essere “una razionalizzazione del regime sanzionatorio in materia di lavoro, andando verso un unico Testo, superando la legge 689”.

Secondo Potito Di Nunzio, consigliere provinciale dell’ordine dei consulenti di Milano ci deve essere chiarezza e semplificazione anche sulle circolari “che non devono essere più arrivare dai diversi enti, ma dal ministero del Lavoro che deve diventare ancora più un punto di riferimento”.

E secondo Edmondo Duraccio, presidente del consiglio provinciale dell’ordine dei consulenti di Napoli, “sul territorio la nostra categoria ha preso il posto delle organizzazioni datoriali e sindacali, svolgendo una funzione di sussidiaretà”. “Il rapporto datore di lavoro-consulente e lavoratore-consulente mette in crisi la rappresentatività tradizionale. Si deve dare atto alla presidente Calderone di quanto si è raggiunto, perché i risultati non arrivano per caso”, ha sottolineato.

E Giovanni Marcantonio, consigliere provinciale dell’ordine dei consulenti di Torino, ha messo altri temi sul piatto: “E’ necessario rivedere la contribuzione dell’Aspi, per rendere il sistema più equo ed efficiente. E’ necessario evitare delle disparità di trattamento: non è possibile che un lavoratore che dipende da un’azienda di grande dimensioni possa avere per questo un trattamento a cui altrimenti non potrebbe accedere”.

E ancora, ha concluso, “sull’agenzia unica per il lavoro, che è prevista dalla legge delega, è imprescindibile il contributo dei consulenti del lavoro, che deve essere tecnico e reale, a fianco appunto dell’agenzia, viste le proprie conoscenze in materia di lavoro”.

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