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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

09 luglio 2014 | 10.54
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La crisi al centro delle pagine dei giornali in edicola.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Non basta indicare l'elenco di ciò che serve. Bisogna passare alla fase operativa, con l'impegno della classe dirigente, pubblica e privata. C'è in gioco un punto di Pil all'anno e la competitività di tutto il sistema paese. È un segnale importantissimo che per la prima volta l' avvio di un semestre di presidenza europeo sia interamente dedicato all' innovazione digitale". Così Elio Catania, presidente di Confindustria digitale, intervistato dal 'Sole 24 ore'.

"Per superare il gap che l'Europa e l'Italia hanno c'è bisogno -continua Catania- di una forte leadership, sia politica sia dell'imprenditoria privata. Occorre un impulso forte, che dia la spinta a realizzare gli obiettivi dell'Agenda digitale. Questo evento dimostra che c'è una convinzione della leadership politica di puntare sulla digitalizzazione per uscire dalla trappola della non crescita".

"La nostra idea è superare il Sistri. Bisognerebbe ripartire da zero ed elaborare un sistema davvero fruibile per le imprese e, soprattutto, funzionale all'obiettivo, cioè seguire i movimenti dei rifiuti pericolosi. Certo, mi rendo conto che non sarà facile, sebbene l'Autorità per la Vigilanza dei Contratti Pubblici abbia emesso una delibera nella quale viene affermato che le procedure di affidamento del vecchio contratto alla Selex non sono valide. La nascita del Sistri è indebolita anche dalle indagini della magistratura". Così, intervistato da "Il Sole 24 ore', il vice presidente di Confindustria con delega alla semplificazione e all' ambiente, Gaetano Maccaferri.

"Vediamo la sostanza: è la prima volta da molti anni che un consiglio Ecofin inizia dicendo che bisogna favorire la crescita e l'occupazione. Questo è un fatto ed è un risultato per l'Italia". Così l'economista Giacomo Vaciago, docente all'Università Cattolica di Milano (nonché consulente del ministro Giuliano Poletti) commenta, con 'L'Unità', l'esito del primo Ecofin a presidenza italiana.

Il merito del buon risultato "non è né di Renzi né di Padoan - spiega il professore - ma delle elezioni del 25 maggio, che hanno mandato in soffitta il tema dell'austerità. Ormai lo sanno tutti che con l'austerità l'Europa non va avanti, si fa solo male da sola".

"Ho sempre detto -conclude- che per ripartire servono gli investimenti, non bastano i consumi. Su questa base ho anche criticato l'operazione degli 80 euro: in un paese in cui chiudono le fabbriche e si perdono posti di lavoro, non basta dare qualche euro in più per creare la crescita. Serve creare lavoro. Ecco perché si parla di investimenti". "L'impegno assunto dal Governo e confermato dal Parlamento è composto da due elementi, entrambi di importanza decisiva: il Codice semplificato e il contratto a protezione crescente. Gli operatori internazionali e i nostri interlocutori in Europa si attendono entrambe le cose". Così il giuslavorista e senatore di Scelta civica, Pietro Ichino, intervistato da 'La Nazione' sulla legge delega sul lavoro del governo.

"Sull'articolo 18 abbiamo già raggiunto un faticoso compromesso al termine della legislatura. La delega non prevede che si debba intervenire e noi pensiamo che, anziché abbattere nuovamente le tutele esistenti, sarebbe meglio abbassare il costo dell'Irap a vantaggio delle aziende". Così il presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano, intervistato da 'La Nazione', sulla legge delega del governo.

I licenziamenti non sono il problema? "Esattamente. Se vogliamo parlare di contratto di inserimento a tutele progressive noi siamo completamente disponibili. Ma vorrei che i nostri figli e nipoti -conclude- quando hanno un contratto stabile, ottengano le stesse tutele dei loro genitori".

L'energia non gli manca. Quello che difetta a Matteo Renzi è il "metodo". È il giudizio espresso in un'intervista al "Corriere della Sera" da Pellegrino Capaldo, presidente della Fondazione Nuovo Millennio per una nuova Italia, sull'operato del presidente del Consiglio. "L'energia non è un valore in sé. Tutto dipende - osserva Capaldo - da come viene usata: si possono fare grandi cose ma si può anche distruggere tutto. Naturalmente io spero che il premier riesca a fare grandi cose per il nostro Paese. Confesso, però, che quando sento parlare genericamente di riforme senza che venga chiarito che cosa, come e perché si vuoi riformare, mi allarmo".

"Abbiamo tanti esempi di riforme non riuscite che, all'epoca in cui furono fatte, sembravano un toccasana. Ho una punta di scetticismo -prosegue Capaldo- ma mi auguro sinceramente di essere smentito. Non vedo un metodo e senza un metodo chiaro, accettato consapevolmente e non emotivamente dai cittadini, tutto diventa più difficile e più oscuro".

Qualcuno vede nella Fondazione Nuovo Millennio l'embrione di una nuova forza politica. E' così? "Se la generosità prevarrà su egoismi e meschinità - conferma l'economista ed ex presidente della Cassa di Risparmio di Roma e della Banca di Roma - può effettivamente nascere una forza politica utile al Paese. Al centro ci sono le persone ed i loro bisogni; e i doveri di cittadinanza. Ne parliamo ancor prima dei diritti".

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