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Firenze: dottorato ricerca si fa in bottega dai Padri Cistercensi

04 agosto 2014 | 18.19
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Percorso formativo per apprendistato di alta formazione.

Firenze: dottorato ricerca si fa in bottega dai Padri Cistercensi

Il dottorato di ricerca si fa anche in bottega. L’Università degli studi di Firenze ha infatti reso operativo il suo primo percorso formativo per il conseguimento del titolo di dottore di ricerca tramite l’apprendistato di alta formazione e ricerca: un nuovo contratto di lavoro a contenuto formativo, rivolto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni, che consente di acquisire titoli di alta formazione (come il dottorato), diplomi di laurea (triennale e magistrale), diplomi secondari, permettendo anche di svolgere attività di ricerca presso aziende private e il praticantato per l'accesso alle professioni ordinistiche.

A 'sperimentare' uno dei pochissimi dottorati attivati con questa modalità (presenti in via sperimentale, in base ai dati del ministero del Lavoro, aggiornati a fine 2013, solo in Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia Romagna) Maria Diletta Pianorsi, dottoranda in Scienze chimiche (curriculum in Scienza della conservazione dei beni culturali), presso il laboratorio di restauro del libro dei Padri Cistercensi della Certosa del Galluzzo.

Il suo percorso formativo e il suo progetto di ricerca (centrato sullo studio dei processi degradativi delle pergamene e sulla validazione di nuove nanotecnologie per la protezione a lungo termine dei manoscritti) si svolgeranno in parte presso l’Università, tramite un tradizionale programma didattico, e in parte mediante lavoro svolto (“come apprendista regolarmente assunto”, specifica l’ufficio sindacale di Confartigianato che ha perfezionato i termini del contratto) nel laboratorio diretto, fin dal 1969, da Padre Sisto, al secolo Vincenzo Giacomini, così da apprendere le tecniche e le procedure di restauro e legatoria su materiali cartacei e pergamenacei.

“Siamo orgogliosi che sia proprio un’impresa artigiana specializzata in una delle tecniche più tradizionali come quella del restauro a ‘investire’ in modalità formative innovative, nei giovani e nelle nuove tecnologie“, commenta Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato.

“La parte più difficile - spiega Elena Nistri, responsabile dell’Ufficio Orientamento al Lavoro e Job Placement dell’Università di Firenze - è la promozione dello strumento dell’apprendistato di alta formazione e ricerca e la dimostrazione dei vantaggi derivanti dall’inserimento in azienda di un dottorando di ricerca di elevata formazione universitaria".

"A fronte dell’interesse dimostrato da alcune delle aziende, anche più strutturate, presenti nell’area, ad oggi - afferma - siamo riusciti a concretizzare l’accordo solo con il laboratorio artigianale di Padre Sisto. Eppure, esistono anche numerosi vantaggi economici per le imprese, sia in termini di remunerazione che di oneri previdenziali e assistenziali”.

“Per quanto riguarda il salario - informa l’ufficio sindacale di Confartigianato - la legge dà la possibilità di inquadrare l'apprendista fino a due livelli in meno rispetto alla qualifica da conseguire e/o di riconoscere una retribuzione pari a una percentuale di quella prevista per un lavoratore già qualificato, secondo le indicazioni del contratto collettivo applicato".

"Inoltre, alle imprese fino a 9 dipendenti viene riconosciuto uno sgravio contributivo del 100% per i primi tre anni di contratto, mentre dal 4° una contribuzione pari al 10% della remunerazione imponibile ai fini previdenziali. Per le aziende oltre i 9 dipendenti, invece, la contribuzione è pari al 10% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali per tutta la durata dell'apprendistato”, spiega.

L’ufficio credito di Confartigianato informa, inoltre, della possibilità di ottenere, fino al 31 dicembre (salvo esaurimento dei 3 milioni 216 mila euro stanziati), i contributi di Italia Lavoro: 6 mila euro per ogni soggetto assunto con contratto di apprendistato a tempo pieno; 4 mila euro per ogni soggetto assunto con il contratto di apprendistato a tempo parziale per almeno 24 ore settimanali.

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