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Agricoltura: Fnp, pomodoro industria 'lessato' da maltempo e mercato

22 agosto 2014 | 13.04
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Nicastro, bassa qualità in arrivo nelle imprese di imbottigliamento. A San Severo raccolta pomodori gestita da migranti.

Agricoltura: Fnp, pomodoro industria 'lessato' da maltempo e mercato

"Il pomodoro da industria è 'lessato' dal maltempo e dal mercato". Non usa mezzi termini Marco Nicastro, presidente della Federazione nazionale ‘Pomodoro da industria’ (Fnp) di Confagricoltura, che con Labitalia fa il punto sull'andamento del settore. "Siamo arrivati al culmine della criticità -ammette- della raccolta dei pomodori da industria. Oggi, infatti, stiamo vedendo i terribili effetti del caldo dei giorni scorsi sulla coltura".

"I pomodori sono stati letteralmente 'lessati' -fa notare- dalla calura che c'è stata e ai raccoglitori non rimane che una distesa di prodotti di bassa qualità. L'ondata di caldo ha colpito i pomodori quando erano ancora verdi danneggiandoli irrimediabilmente".

"Le imprese del settore -continua il presidente Nicastro- si vedono dunque arrivare un prodotto che non va bene per l'imbottigliamento industriale".

"Certo la raccolta manuale -ammette- riesce a 'trovare' i prodotti meno danneggiati, ma il lavoro viene anche organizzato con la raccolta meccanica del pomodoro. In quest'ultimo caso le aziende devono imbottigliare un prodotto scadente, a volte, mischiato con la terra".

Oltre al maltempo, per il presidente della Federazione nazionale ‘Pomodoro da industria’ "la mancanza di accordi agricoltura-industria influisce negativamente sul prodotto".

"Un esempio per tutti -fa notare- sta davanti agli occhi: il distretto del pomodoro del Centrosud, costituito qualche mese fa, non funziona. C'è una totale assenza di contratti con le industrie al Centrosud ed i produttori sono ancor meno tutelati sul prezzo all'origine. Ed il nostro lavoro annega così tra maltempo e anarchia di mercato".

"Mentre nello scorso gennaio nel Nord Italia -ricorda ancora Marco Nicastro- è stato sottoscritto l'accordo interprofessionale, che fissa per ogni chilo di pomodoro un prezzo di 9,2 centesimi, nel Centrosud si è costretti a lavorare alla cieca senza un prezzo di riferimento. Dove c’è l’accordo di filiera i danni sono più contenuti".

Un danno se si considera che, secondo il World Processing Tomato Council, l'Italia è il secondo maggior produttore mondiale di pomodoro industriale, preceduto solo dalla California, ma anche questa posizione viene insidiata dalla Cina.

L’Italia ha prodotto, infatti, 4 milioni di tonnellate di pomodoro industriale nel 2013, mentre la Cina circa 3,8 milioni, ma il suo trend di rapida crescita lascia prevedere che nel 2014 possa ritornare a superare (dopo un periodo di declino) la quota di 5 milioni, raggiungendo o addirittura superando le previsioni di produzione dell’Italia (il primato della California è irraggiungibile, con i suoi 12,2 milioni di prodotto attesi). Nella classifica mondiale dei principali produttori seguono: Turchia, Spagna, Iran, Brasile e Portogallo.

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