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Friuli Venezia Giulia: economia locale al centro progetto 'Nuova Manifattura'

01 settembre 2014 | 16.17
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Nuova rete di collaborazione concreta fra economie, istituzioni e territori.

Friuli Venezia Giulia: economia locale al centro progetto 'Nuova Manifattura'

L'economia friulana al centro del progetto 'Nuova Manifattura', una delle tre declinazioni del progetto Friuli Future Forum, pronte a partire con l’autunno. L'iniziativa è promossa dalle Camere di commercio di Udine e di Pordenone insieme all’assessorato alle attività produttive della Regione, con il coordinamento e la supervisione dell’Ocse. Un’inedita, nuova rete di collaborazione concreta fra economie, istituzioni e territori, dunque, a livello locale ma di respiro regionale e internazionale.

Il progetto 'Nuova Manifattura' analizzerà le politiche, gli scenari e i modelli possibili in cui fare o riconfigurare impresa nel prossimo futuro e per superare oggi l'attuale crisi di sistema.

Il lavoro affronterà anche le interdipendenze del manifatturiero: dal tema dei distretti e delle filiere a quello dei modelli finanziari, dell’energia, delle commodities, delle materie prime (bio-nanotecnologie e nuovi materiali).

'Nuova Manifattura' farà il punto sulle relazioni fra impresa e destinatari dei prodotti, i social media, le nuove tecnologie, la trasparenza e le modalità per ridefinire l’identità d’impresa e creare vantaggio competitivo. Ma anche la possibilità di rivitalizzazione dei settori maturi e la creazione di nuovi comparti, la dimensione di impresa nelle dinamiche competitive, le forme di impresa oltre l’ingegneria finanziaria, la cooperazione e la partecipazione alla governance.

L’obiettivo finale riguarda il disegno di un possibile nuovo modello di manifattura per questa regione, un modello capace di competere sul piano nazionale e internazionale, un piano di azione concordato con le policy regionali ed europee, con un nuovo approccio strategico. L’Ocse curerà una serie di crono-azioni, a partire da settembre, per concludersi nella primavera del 2015. I temi più rilevanti, le priorità e le aspettative emergeranno dal confronto diretto con le imprese stesse, sulla base di un’analisi dei dati e degli studi sulla situazione esistente.

Le proposte scaturiranno dal confronto a livello locale e internazionale, che si baserà su incontri e focus group in fase di definizione: imprese locali del manifatturiero si confronteranno tra loro e anche con realtà internazionali analoghe che però hanno già gestito con successo processi di riorganizzazione. Ma il confronto coinvolgerà anche funzionari della Regione e di quelli di altri Paesi che hanno gestito analoghe riorganizzazioni, in modo che la politica e l’amministrazione possano capire come meglio impostare a livello locale i processi decisionali, dare indirizzo e favorire il cambiamento.

Il documento finale del progetto prevede un’analisi dell'evoluzione storica e della situazione attuale di crisi del manifatturiero delle province di Udine e Pordenone. Il risultato atteso di questa fase di analisi dovrebbe essere un documento condiviso con i principali stakeholder economici che presenti una sorta di analisi tra punti di forza, punti di debolezza, minacce e opportunità del nostro sistema economico e in particolare del comparto considerato. Da questa base, grazie al lavoro di coordinamento accademico a livello locale e al supporto degli esperti dell’Ocse, si formerà un piano di lavoro, un’agenda condivisa delle politiche e degli interventi necessari al rilancio e all'innovazione del sistema produttivo friulano. Oltre agli imprenditori, saranno coinvolte nel progetto le categorie economiche, che permetteranno anche di valorizzare i lavori di analisi e studio già sviluppati recentemente.

Saranno anche prese in considerazione le risorse comunitarie relative alla programmazione 2014-2020, così da creare allineamento di obiettivi strategici e sinergie nell'utilizzo delle risorse. I tavoli di discussione aiuteranno il Friuli a definire, tra l’altro, il suo ruolo nazionale e internazionale, la sua capacità di centro manifatturiero e logistico sulla base delle attività economiche esistenti, un piano di azione per un nuovo approccio strategico. "Questa crisi dai tratti ancora così incerti - spiega Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di commercio di Udine- ha colpito il settore manifatturiero in particolare, cardine storico, imprescindibile della nostra economia, che ha subito implicazioni forti in termini di perdita di occupazione, catene del valore, impiego del territorio e investimento, come emerge chiaramente dai dati elaborati dai nostri Centri studi".

"Sono state scosse le radici profonde -fa notare- di un sistema produttivo e con questo progetto noi confidiamo di farne crescere di nuove, con concretezza, in modo partecipato: le caratteristiche di un solido sviluppo locale vanno rivisitate e ristabilite in un nuovo ciclo, e noi vogliamo farlo mettendo insieme territori e istituzioni, e anche persone, imprenditori, accademici, esperti, funzionari e amministratori". "Le Camere di commercio di Udine e Pordenone hanno messo insieme -ricorda Da Pozzo- le forze per concertare un’azione tangibile a favore dei loro territori, le due zone a più elevata vocazione manifatturiera, lavorando per un’agenda di futuro comune. Enti camerali che hanno trovato il positivo e necessario affiancamento e sostegno della Regione, che ha il compito di prendere le decisioni e indirizzare le politiche del cambiamento, e sarà partner fondamentale del progetto". "La crisi della manifattura regionale -avverte Giovanni Pavan, presidente della Camera di commercio di Pordenone- non è un accadimento circoscrivibile alle province di Udine e Pordenone, bensì all’intero territorio del Friuli Venezia Giulia ed è questo lo spirito col quale Camera di Commercio ha aderito subito al progetto promosso dai colleghi di Udine assieme alla Regione". "Riteniamo che quest'analisi -sostiene- cui daremo un contributo anche di natura strettamente contenutistico-statistica offrendo le risultanze di altri studi recentemente commissionati per i comparti del legno e della meccanica, sia in grado di offrirci una fotografia più che verosimile dell’attualità compresa la dimensione reale della crisi, le sue implicazioni in chiave presente e futura, industriale e sociale e i punti chiave necessari alla ripartenza di un manifatturiero cui, probabilmente, va rifatto l’identikit".

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