La leader della Cgil, no a decreto d'urgenza, discutiamo con Cisl e Uil.
"Non definirei mai il dibattito sull'articolo 18 un diversivo, così come trovo strano quelli che lo definiscono un simbolo, nel senso che è una concreta condizione dei diritti dei lavoratori per cui merita grande rispetto. La Cgil ha già detto e continuerà a ribadire che inizierà la mobilitazione: sarebbe utile per tutti che fosse unitaria, ma comunque noi non ci tireremo indietro". Cosi' Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha commentato con i giornalisti a Firenze l'opinione di chi sostiene che il dibattito sull'articolo 18 sarebbe un "diversivo" rispetto ad altri problemi.
"Dopodiché sono assolutamente convinta - ha aggiunto Camusso a margine di un convegno dedicato a Bruno Trentin - che non è comprensibile perché un paese che dovrebbe fare scelte di politica economica e di creazione di lavoro per l'ennesima volta si concentri solamente sui temi del mercato del lavoro".
"Non mi pare che riformare una legge che regola tutto il capitolo dei diritti e delle condizioni dei lavoratori abbia ne' le ragioni d'urgenza ne' la possibilità di essere tradotto in un decreto", sottolinea ancora.
E Camusso ha sottolineato ancora: "se tema è quello della riunificazione del mercato del lavoro, non si possono creare doppi regimi. Noi continuiamo ad essere convinti che il problema è portare tutto il lavoro italiano ad avere diritti e dignità cosa che oggi evidentemente non ha". Sulla posizione di Squinzi e Confindustria, che ha sostenuto che per colpa dell'articolo 18 non si investe in Italia dall'estero, Camusso ha aggiunto: "vedo dei repentini mutamenti di opinione, perche' ricordo molte dichiarazioni del presidente di Confindustria che dicevano esattamente l'opposto".
Sui contatti con i vertici di Cisl e Uil per discutere una piattaforma comune sul tema del lavoro, Camusso ha sottolineato: "continuiamo a sentirci tutti i giorni". "Non c'è una data fatidica, stiamo discutendo e continuiamo a discutere"
