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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

26 settembre 2014 | 10.14
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La legge delega del governo al centro dei giornali in edicola.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"La politica non può promettere cose che non è in grado di mantenere, io sono per estendere e universalizzare le tutele ma servono le risorse per farlo". Gianni Cuperlo, leader della sinistra dem, intervistato da 'La Repubblica' fa una proposta di mediazione sul lavoro.

"Io cerco, con altri, una soluzione -spiega Cuperlo- per unire il Paese e fare una buona riforma. Oggi innovare vuol dire allargare le tutele, pensare i servizi per l'impiego come diritto di cittadinanza. Dare un sussidio vero ai disoccupati. Più che al partito della trattativa mi iscrivo a quello del cambiamento".

"Con la riforma Fornero l'articolo 18 è cambiato nella sostanza. E' cresciuto il numero e il successo dei casi di conciliazione. Si è ridotto il ricorso al giudice. Discutiamo pure della durata della prova. Per me 3 anni non sono pochi, ma ne servono 4? Ragioniamo. Il punto è che alla fine della prova -conclude- se escludi in via di principio l'opzione della reintegra si colpisce un principio che ha un fondamento costituzionale".

"L' articolo 18 va superato. E anche in fretta. A due condizioni: eliminare tutti i contratti precari e investire risorse su formazione e ricollocamento". Il segretario generale della Cisl Lombardia, Gigi Petteni, intervistato da 'Avvenire' non si limita ad aprire al progetto del Jobs act in discussione al Senato, ma alza la sfida al governo e agli altri sindacati.

Per Petteni "la Cisl deve avere il coraggio di fare come con la scala mobile nel 1984. Una scelta netta di cambiamento come quella propiziata dagli studi di Ezio Tarantelli che rese un servizio all' intero Paese. Usciamo da questo dibattito inutile: rafforziamo il reintegro per tutti i casi possibili di licenziamento discriminatorio o legati a matrimonio e gravidanza. Ma poi diamo ai lavoratori le due vere tutele che contano: formazione e servizi di ricollocamento".

E sulla successione di Annamaria Furlan a Bonanni alla guida della Cisl su cui aveva esprfesso dubbi dice: "l'ho detto mentre stavo andando a Roma: volevo prima sentire le comunicazioni del segretario generale e confrontarmi. Non bisogna avere timore della discussione, più si discute meglio si fa sintesi e più si è uniti. Da quella riunione sono uscito convinto".

"Così com' è la delega è contraddittoria rispetto al mandato che noi del Pd abbiamo ricevuto perché aggrava la precarietà. Spero si possa discutere e migliorare: così com'è per me è insostenibile". Così, intervistato da 'La Stampa', Stefano Fassina della minoranza pd sulla legge delega sul lavoro.

"Diciamo le cose come stanno: si vuole eliminare l'alrticolo perché si vuole fare quello che raccomanda la Commissione europea: indebolire il residuo potere contrattuale dei lavoratori, ridurre le retribuzioni, continuare a svalutare il lavoro perché non si può più svalutare la moneta".

"Credo che il presidente del Consiglio per varie ragioni vorrà difendere il testo che il governo ha presentato, perché ne conosce il significato concreto e non di meno il senso più emblematico. Quindi si potrà discutere della modalità con cui rafforzare i profili della sicurezza nel mercato del lavoro, ma non si può certo ridurre il grado di flessibilità del singolo rapporto". Così il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, intervistato da 'Libero', sulla riforma del lavoro.

"Sicuramente il contratto a tutele crescenti risponde a una richiesta di flessibilità delle aziende che devono adattare velocemente la propria organizzazione ai continui cambiamenti della domanda di mercato. Quindi va nella giusta direzione". Così Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica, intervistato da 'Libero Lavoro'.

"Io penso -continua- che la reintegra debba restare solo per i casi di licenziamento discriminatorio. Negli altri si può prevedere un indennizzo che aumenta con il crescere della anzianità".

"Sono contento che ora si discuta nel merito anziché fare delle contrapposizioni ideologiche. È importante affermare il principio che in Italia le tutele siano crescenti con l' anzianità aziendale. In questo siamo davvero un' anomalia nella casistica internazionale. Ed è importante che nei primi anni di contratto a tempo indeterminato l' incertezza sui costi del licenziamento sia contenuta". Così l'economista Tito Boeri, intervistato da Qn, commenta la possibilità che la sua proposta sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti possa diventare la mediazione possibile per sminare il campo dall'articolo 18.

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