"L'Inps non è coinvolto se non come esperto che fornisce informazioni tecniche sui dati", precisa il commissario.
"Se si mette il Tfr in busta paga, viene meno una delle fonti principali della previdenza integrativa e questo è un problema soprattutto per i giovani". Così il commissario dell'Inps, Tiziano Treu, che a margine di un convegno sul welfare aziendale promosso dalla Fabi, il sindacato dei bancari, ha rilevato: "E' una questione ancora all'esame del governo. L'Inps non è coinvolto se non come esperto che fornisce informazioni tecniche sui dati".
"Uno dei problemi principali - ha aggiunto - è come intervenire per aumentare i consumi, obiettivo giusto, senza deprivare le aziende, soprattutto piccole, di una fonte di autofinanziamento. Pare sia allo studio un intervento del sistema bancario e quindi per le imprese non cambierebbe nulla".
Richiamando, quindi, una sua proposta già avanzata "da privato cittadino", Treu ha osservato: "Si potrebbe fare un intervento di emergenza che vale tre o quattro anni e poi tornare a destinare il Tfr alla previdenza integrativa . Così nell'immediato si avrebbe in impatto positivo sui consumi e la previdenza integrativa riprenderebbe ad essere finanziata".