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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

21 ottobre 2014 | 09.50
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Treu: "In questa fase c'è la necessità di rimettere in circolo dei soldi, soprattutto per i redditi più bassi. E in questo senso il Tfr in busta paga aiuta".

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Buona parte del lavoro è stata fatta. La cosa più difficile è integrare le diverse culture, essendo quella dell'Inps già più aziendalista e quella dell'Inpdap più di tipo statal-burocratica. Già ci sono stati risparmi e altri ce ne saranno quando avremo completato l'integrazione. E miglioreranno i servizi per l'utenza". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', Tiziano Treu commissario straordinario dell'Inps, riferendosi al progetto del SuperInps, cioè la confluenza di Inpdap e Enpals nell'Inps.

"In questa fase c'è la necessità -fa notare- di rimettere in circolo dei soldi, soprattutto per i redditi più bassi. E in questo senso il Tfr in busta paga aiuta. Ma è vero che può venirne un danno al finanziamento della previdenza integrativa. Il governo, però, ha concepito la misura come sperimentale, fino al 2018". Il documento programmatico di bilancio 2015 (Dpb-2015, fondamento del disegno di legge di stabilità) dovrà superare due ostacoli. Quello del Parlamento italiano e quello delle istituzioni europee. L'Italia sta concludendo il sesto anno di crisi nel cui ambito gli ultimi tre anni sono stati di recessione piena. Intanto abbiamo cambiato quattro governi". Lo scrive su 'Il Sole 24 Ore', l'economista Alberto Quadrio Curzio. "Quanto al nostro Governo -avverte- senza rinunciare alle critiche costruttive, crediamo si debbano attendere le prove dei fatti dando alle innovazioni aperture di credito come quelle di Moody's e Financial Times. Due valutatori non abituati a fare sconti, specie all'Italia".

"Dalla scorsa primavera il mondo delle professioni italiano è stato scosso dalla notizia che finalmente i professionisti possono aver accesso alle risorse messe a disposizione dell'Unione europea per le pmi, sia attraverso i programmi a gestione diretta, sia attraverso la programmazione dei Fondi strutturali per il 2014/2020". Lo scrive su 'Il Sole 24 Ore', Susanna Pisano coordinatrice Desk europeo Confprofessioni. "Tuttavia, i professionisti non sono stati chiamati -avverte- ai tavoli di partenariato, né nazionale né regionali per condividere e orientare la programmazione 2014/2020; la regolamentazione interna e datata sull'uso e la gestione dei Fondi strutturali non consentirebbe, secondo l'accezione comune data dalle autorità di gestione, una interpretazione che ampli l'ambito dei destinatari delle risorse per le pmi limitandoli alle imprese regolate dall'articolo 2082 del Codice civile".

Il primo fattore di crisi è che ci manca la fiducia, vero petrolio italiano. L'altro fattore è che se da un lato c'è la ricchezza delle famiglie dall'altro, c'è un blocco dei consumi che blocca anche gli investimenti. Le riforme del governo devono servire anche a questo, ossia a generare un movimento di maggior fiducia. Possiamo farcela anche perché ci sono impulsi sotterranei che non sono forse ancora visibili, ma che si muovono". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda.

Con la nostra adesione vogliamo rafforzare competitività e redditività delle imprese, soprattutto di quelle piccole e micro, aprendo le porte a nuove forme d' integrazione delle risorse finanziarie. E' giusto che le risorse destinate ai lavoratori per mezzo del fondo interprofessionale e quelle reperite dalle imprese, anche per autofinanziamento, possano fondersi ottimizzando percorsi formativi strategici. In questi specifici contenitori performanti i datori di lavoro e i lavoratori possono, anzi devono, sviluppare competenze correlate a processi produttivi e organizzativi comuni. Insomma, quando alla squadra va data una formazione comune per vincere, allenatore e giocatori debbono formarsi insieme". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', Marco Paolo Nigi, segretario generale Confsal.

Se il Partito Nazione è un partito acchiappatutto che in realtà porta avanti gli interessi dei più forti, allora non mi convince, non mi piace. Il partito è parte, non un contenitore indifferenziato. Per me deve stare dalla parte delle persone che lavorano, dalla parte di chi nel mercato del lavoro è più debole". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Stefano Fassina, leader della sinistra dem.

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