cerca CERCA
Giovedì 28 Marzo 2024
Aggiornato: 20:37
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Industria: Pirani (Uiltec), contro crisi non basta moltiplicare tavoli

29 ottobre 2014 | 17.21
LETTURA: 4 minuti

A Venezia il congresso nazionale del sindacato di categoria (video). L'intervento del segretario generale su legge di stabilità, costo energia, ambiente, Jobs Act. Per l'Osservatorio Uiltec, in 10 anni dimezzati addetti settore tessile. In collegamento video il sottosegretario De Vincenti ha parlato di sindacato,80 euro, linee guida energia, farmaceutico, tessile. Le dichiarazioni del segretario generale aggiunto Uil Barbagallo e dell'assessore Donazzan. I dati delle imprese in Veneto.

Paolo Pirani al congresso Uiltec - (foto Labitalia)
Paolo Pirani al congresso Uiltec - (foto Labitalia)

“Se si vuole contrastare la crisi industriale, il governo non può limitarsi a moltiplicare i tavoli di confronto”. A dirlo il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani, in occasione del congresso nazionale in corso a Venezia. “Bisogna partire da un diretto shock occupazionale -suggerisce- trainato dall'operatore pubblico, l'unico che sia in grado di rimettere in moto l’iniziativa privata e di rilanciare esso stesso investimenti e occupazione”.

“Abbiamo sostenuto che la piaga della disoccupazione e il rilancio della produzione -ricorda- avrebbero bisogno di un taglio della tassazione sul lavoro per cinquanta miliardi. Il governo ha cominciato da dieci per i redditi più bassi, dobbiamo proseguire, con coraggio e tempestività e allineare la tassazione sul lavoro ai principali paesi industriali con cui competiamo. Si può fare con una lotta -rimarca- non di facciata all’evasione fiscale. Credo che ci voglia una profonda riforma fiscale, che sia la risultante di un confronto ampio e aperto alle rappresentanze di imprese e lavoratori con l'obiettivo di ridurre la pressione fiscale ormai insostenibile”.

“Le risorse possono arrivare -auspica Paolo Pirani- anche da un taglio della spesa pubblica improduttiva, colpendo al cuore i perversi intrecci tra le miriadi di centri di spesa pubblica esistenti e la politica. A fianco, c'è da modernizzare -sottolinea- il sistema del credito e disboscare la nostra legislatura dalla normativa corporativa e anticoncorrenziale. Questa situazione richiede interventi immediati mentre la ripresa dello sviluppo non può che basarsi sul rilancio e sul rafforzamento strutturale del sistema industriale”.

“I motivi della crisi si rifanno alla fine dell’industria di massa e alla diffusione della tecnologia, che hanno ridotto il potere d’acquisto, posti di lavoro e status sociale di milioni di famiglie, producendo un mercato del lavoro nel quale l’offerta supera largamente la domanda. Si è rotto il grande lago della ‘cetomedizzazione’, storico perno dell’agiatezza e della coesione sociale”, sottolinea il segretario generale della Uiltec.

“Prima della crisi -avverte- borsa e bolla immobiliare ci hanno illusi su un livello di benessere superiore alle nostre effettive possibilità. La recessione ha infranto queste illusioni, senza che si correggessero alla radice i mali di una finanza spregiudicata ed egoista”.

“In questo senso -continua Pirani- l’atteggiamento della Bce di Mario Draghi è forse uno dei pochissimi esempi di novità, con lo sforzo proiettato verso la difesa delle ragioni della crescita. Ed è proprio qui che si manifestano le frammentazioni politiche della vecchia Europa e la sua incapacità di fare un salto di qualità sul piano politico, mentre invece assistiamo a separatismi di ogni tipo, compreso quello scozzese, fermato, però, dal buon senso della maggioranza di quella regione”.

“In presenza di una società parcellizzata -sostiene il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani- sia in Europa che in Italia, la nuova esigenza è quella che si guardi oltre i singoli territori, e di pensare una forma nuova della politica come il luogo delle grandi scelte collettive. Perciò i partiti sono più di prima necessari”.

“Ma la lotta politica di questi anni -fa notare- mostra oggi il suo completo fallimento. I governi Berlusconi, Monti, Letta saranno ricordati come quelli che hanno dimostrato la maggiore incapacità nel governare l’economia in un periodo di crisi, senza avviare alcun rinnovamento o cambiamento duraturi”.

“Ora è il turno di Renzi: sta a lui -dice- dimostrare nei fatti che quel modo di governare è finito per sempre. Ma più di qualche dubbio, finora, è lecito mantenerlo. Anche perché sembrano sopravvivere echi di scontri ideologici inutili, come l’assalto all’articolo 18, che non è certamente il motivo per cui operatori stranieri non investono in Italia”.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza