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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

16 dicembre 2014 | 10.11
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Il piano Juncker e le conseguenze per l'Italia, Enrico Rossi e il Jobs Act, l'invito di Luciano Gallino ad accogliere le sfide dei sindacati.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Sino a qualche anno fa era tabù solo discutere di funzionamento delle istituzioni o di politiche degli investimenti e flessibilità. Oggi, anche grazie alla svolta politica sulla quale abbiamo tanto insistito, non è più così". Lo dice al 'Corriere della Sera' Sandro Gozi sottosegretario agli Affari europei, in questi giorni nella capitale belga per un incontro con Donald Tusk per i lavori preparatori del Consiglio di giovedì. Si ritiene più che soddisfatto del piano Juncker: "Mi sembra un inizio molto buono, si annunciano incentivi per i Paesi che fanno riforme strutturali, un riesame delle parti del patto di Stabilità che sono da migliorare. Juncker si sta concentrando sulle reali priorità. Si deve arrivare a una vera unione economica e dei bilanci, e questo passa anche per una proposta da parte della Commissione su come migliorare le norme", dice.

"Aspetto i decreti delegati. La sinistra ha reagito sfidando Renzi sull' articolo 18. Ma non mi sembra dirimente. Piuttosto continuo a domandarmi perché non si riesce a introdurre il salario minimo". Lo dice al 'Corriere della Sera' il governatore della Toscana Enrico Rossi che poi aggiunge: "Con Renzi non ne abbiamo parlato. Ma non è che condivido tutto quello che fa. Come l' attacco di petto ai sindacati".

"Tra coloro che hanno partecipato alle dimostrazioni per lo sciopero di venerdì 12 dicembre si contano forse numerosi elettori potenziali per lo sviluppo di una nuova ampia formazione politica, in grado di opporsi alle catastrofiche politiche di austerità imposte da Bruxelles e supinamente applicate dal nostro governo. Non si tratta di fare un esercizio astratto sul futuro del nostro sistema politico. Se una simile forza di opposizione non si sviluppa, quello che ci attende è un ulteriore degrado dell' economia e del tessuto sociale, seguito da rivolte popolari dagli esiti imprevedibili. Il governo è seduto su un vulcano, e intanto gioca a far "riforme" che peggiorano la situazione". Lo scrive il sociologo Luciano Gallino su 'La Repubblica'.

Il 2014 è stato un anno record per i fondi. "I fondi aperti -dice al 'Mattino' Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni -hanno raccolto in 10 mesi più di 110 miliardi. Un risultato record che conferma il trend positivo dell' industria e che trova una spiegazione nei tassi di interesse decisamente bassi e nelle nuove politiche di sviluppo delle banche. Due fattori congiunturali che hanno favorito, e ancora favoriscono, questa eccezionale raccolta".

Massimo Nordio, presidente dell'Unrae (Associazione dei costruttori esteri), parla con il 'Messaggero' della crisi e dice: "Qualche piccolo segnale c' è e di questo siamo tutti contenti. Ma certo non basta. Il problema restano le famiglie che hanno la necessità di sostituire le loro vetture, ma a quanto pare non possono o non vogliono farlo. Serve un qualcosa che rimetta in moto il ricambio delle vetture, serve qualcosa che li invogli a farlo". Ma perché le famiglie sono messe così male? «Dal 2007 al 2013 il totale mercato ha perso il 48%, gli acquisti degli utenti privati sono scesi di circa il 55%. La perdita è quasi tutta qui".

La Cina dice sì all'importazione di alcuni tipi di prosciutti italiani, ma Luisa Ferrarini, presidente di Assica, l'associazione dei produttori di carni e salumi, spiega al 'Sole 24 ore' come mai anche questo non è abbastanza."Autorizzare cinque stabilimenti alla volta non mi sembra una granchè. La Cina deve certificare tutto il sistema Paese Italia. Non può limitarsi a procedere con il contagocce. Anche perché, diciamolo… I cinesi sono forti consumatori di carne suina. Loro utilizzano tutti i sottoprodotti e quelli che noi consideriamo scarti della lavorazione, dalle orecchie, i musetti, le interiora. Noi non possiamo vendere questa carne fresca alla Cina eppure, nonostante il bando sull' Italia, loro già acquistano carne italiana".

L'ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma Rita Cutini dice a 'La Stampa':"Mi sono dimessa e non contratto la mia posizione personale: torno a fare volontariato sociale". "Invece di far quadrato dopo la bufera di "Mafia capitale", in giunta -spiega-è aumentato l' isolamento. In un anno e mezzo di lavoro al Comune senza avere un partito alle spalle, ho pagato la mia estraneità a un sistema di interessi riconoscibili. Non avevo le intercettazioni né le carte dell'inchiesta ma ogni volta che mettevo mano a un' emergenza il mio nome finiva nelle ipotesi di rimpasto. È ora di richiudere quelle maglie larghe che hanno generato spazi per il malaffare. Oggi occorre rispondere con uno scatto di orgoglio, un sussulto di coscienze, difendendo punti di resistenza all' illegalità".

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