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Francia: Napoleoni, collaborazione tra cellule estremiste aldilà di appartenenze

13 gennaio 2015 | 17.15
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L'economista esperta di terrorismo: "Tra Al Qaeda e Isis non è possibile coordinamento".

Francia: Napoleoni, collaborazione tra cellule estremiste aldilà di appartenenze

La rivendicazione degli attentati di Parigi presenta peculiarità inedite. Lo dice a Labitalia Loretta Napoleoni, economista e tra i massimi esperti internazionali di terrorismo con Labitalia. "I fratelli Cherif e Said Kouachi hanno detto di appartenere ad Al Qaeda, mentre Amedy Coulibaly -dice Napoleoni- si è proclamato dell'Isis. E' chiaro che si tratta di un'appartenenza volontaria, tutta da vedere. Innanzitutto, Al Qaeda e l'Isis si odiano, è praticamente impossibile che vi possa essere stato un coordinamento tra i due gruppi. Penso che le dichiarazione dei terroristi francesi vadano intese più come 'io mi ispiro a Al Qaeda o all'Isis' che non 'io appartengo a...'".

Ma proprio queste appartenenze 'contraddittorie', spiega Napoleoni, "fanno emergere un altro dato estremamente preoccupante: e cioè che l'ideologia, fuori dai confini del Medio Oriente, non fa distinzione e trasforma tutti in Jihadisti". Insomma, avverte, "c'è una rete di collaborazione tra cellule estremiste, che va al di là delle appartenenze".

"Rispondere alla domanda su come combattere questo nuovo terrorismo -aggiunge Napoleoni- è molto difficile. Bisogna però partire da un fatto: alcune delle persone che hanno fatto la strage a Parigi erano conosciute ai servizi francesi, alcuni erano stati in prigione. Ma poi erano stati rilasciati e mai più seguiti. Una cosa che era accaduta anche a Londra. Questo è successo per mancanza di risorse. Gli Stati -avverte Napoleoni- devono investire più soldi nell'intelligence".

C'è poi un aspetto sociale che non va dimenticato. "Se ci fosse un vero e proprio processo di integrazione delle comunità islamiche nell'economia europea, il rischio di questi attentati - afferma - sarebbe molto minore. Ma il fatto è che in questo momento questa integrazione, a partire dal lavoro, non c'è e non ci può essere perchè l'Europa è in ginocchio".

"Gli attentati in Francia sono l'espressione di un nuovo modello di terrorismo dove l'aspetto religioso in realtà è minore di quello economico. Gli attacchi terroristici fuori dal Medio Oriente sono infatti cominciati adesso, per colpire la coalizione occidentale contro l'Isis. E l'Isis non è Al Qaeda, che è 'ospite' dei talebani. L'Isis è uno Stato che ha bisogno di sostenersi e dunque agisce per vie molto più pragmatiche", spiega Napoleoni.

Anche le modalità con cui si sono svolti gli assalti francesi sono nuove rispetto al passato. "Gli attentatori non erano classicamente kamikaze, sono morti certo uccisi dalla polizia, ma non avevano le cinture, non erano martiri-eroi", osserva Napoleoni che aggiunge: "Piuttosto, sembravano agire nel nome di un principio 'facciamo quel che possiamo'".

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