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Pa: Filcams, riforma necessaria ma no a tagli lineari

22 gennaio 2015 | 09.57
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Dal sindacato monito anche su ruolo e funzioni delle società partecipate e speciali e su sistema camerale.

Pa: Filcams, riforma necessaria ma no a tagli lineari

Si è svolto ieri, presso il centro Congresso Frentani, a Roma, alla presenza di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, un confronto tra i principali rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati sul ridisegno della pubblica amministrazione. Negli ultimi tre anni, si sono alternate una serie di normative, con l’intento di ridefinire l’assetto strutturale della pubblica amministrazione, intervenendo anche sul ruolo e le funzioni delle società partecipate e speciali e sul sistema camerale.

Un processo di riorganizzazione indispensabile per contenere sprechi e migliorare il funzionamento del sistema, da sempre condiviso e sostenuto dalla Cgil, ma con presupposti differenti: “Tutta la riforma della pubblica amministrazione ha visto quale leit motiv l’avanzare della filosofia imperante della classe politica attuale, per cui tutto quello che è pubblico è solo un costo e chi lavora nel pubblico è un mantenuto della collettività - ha affermato nella sua relazione introduttiva, Elisa Camellini, segretario nazionale della Cgil - ma non è con la politica dei tagli lineari e guardando solo ai parametri del patto di stabilità che si possono pensare riforme strutturali dell’intera macchina pubblica del nostro paese”.

Pur operando nella stragrande maggioranza esclusivamente per gli enti pubblici, tali società sono inquadrate nei settori del privato e conseguentemente i loro dipendenti vedono applicati contratti nazionali dei diversi comparti, tra cui commercio, turismo e multiservizi.

Sono infatti circa 70mila (su un totale di più di 950mila) i lavoratori riferibili ai settori della Filcams, comprensivi di chi opera nel sistema camerale che vede coinvolti circa 3.500 lavoratori solo nelle aziende speciali di diretta emanazione, più un numero non definibile di dipendenti delle altre partecipate dal sistema stesso.

"Spending Review del governo Monti, Programma di razionalizzazione delle società partecipate dalla Stato e dagli enti locali del commissario Cottarelli, la legge delega del governo sulla P.a., la legge Delrio e la legge Madia, una serie di interventi del governo, una serie di interventi spesso sconnessi tra loro che hanno dimostrato la totale miopia e i limiti di conoscenza e funzionamento dei servizi pubblici", spiega la Filcams.

“Affrontiamo un tema fortemente attuale - ha affermato, nel suo intervento, Rossana Dettori, segretario generale della Fp Cgil - e che ha l’obiettivo di riformare la P.a., riorganizzando il lavoro. Dobbiamo costruire insieme, anche attraverso le Camere del Lavoro, una contrattazione inclusiva che mantenga pari diritti e pari dignità per i lavoratori pubblici e privati interessati”.

“Siamo dentro una crisi e una forte disoccupazione e non abbiamo prospettiva, né ammortizzatori sociali e sostegno al reddito, né una qualificazione professionale”, ha sostenuto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, intervenuta all’iniziativa. L’analisi delle normative e degli interventi in atto non lascia dubbi: “L’idea che, se si tagliano i servizi il personale migliora l’ economia del paese, non funziona”, ha avvertito.

Ma la Cgil, insieme alle categoria coinvolte, Filcams e Fp prima di tutte, continuerà a mettere in campo tutte le iniziative indispensabili alla tutela dell’occupazione, e buon funzionamento dei servizi pubblici, pur in un’ottica di razionalizzazione.

Per la Filcams, avviare campagne di sensibilizzazione perché si superi il concetto che la pubblica amministrazione e chi vi opera è un mero costo e che la crisi attuale si risolve solo con la compressione della spesa pubblica; e provare a progettare regole comuni a partire dalla governance e dalla responsabilità delle amministrazioni pubbliche. “Dobbiamo essere capaci di costruire una proposta che sia coordinata - ha concluso il numero uno della Cgil - rivendicando certezza delle condizioni e strumenti che siano trasparenti senza lavoratori di serie A o serie B”.

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