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8 marzo: Anmil, sicurezza lavoro donne in primo piano

26 febbraio 2015 | 17.10
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Bettoni: "Studio su tutela donne che operano in assistenza sanitaria". Il supporto del gruppo Donne per infortunate e mogli invalidi.

8 marzo: Anmil, sicurezza lavoro donne in primo piano

La sicurezza delle donne. E' questo l'argomento affrontato dallo studio sui rischi legati al lavoro delle donne che operano nel settore della sanità 'Prendersi cura di chi ci cura - La sicurezza e la tutela sul lavoro delle donne che operano nel campo dell’assistenza sanitaria', presentato oggi dall'Anmil, Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, in vista della giornata della donna. "Per quanto riguarda la scelta del tema dell’indagine -spiega il presidente Anmil, Franco Bettoni- è stata frutto della valutazione dei dati Inail dai quali emerge che nel settore sanitario la presenza femminile raggiunge circa il 70% del personale".

"Una preponderanza non più circoscritta -avverte- a categorie storicamente femminili e di supporto, come la professione infermieristica, ma che oggi incide anche sui ruoli apicali del mondo medico-scientifico una volta solo appannaggio dell’universo maschile. Il fenomeno infortunistico lavorativo riguarda purtroppo anche le donne, spesso vittime molto più di quanto si pensi e si scriva. A loro abbiamo voluto dedicare la costituzione del Gruppo donne per le politiche femminili oltre 15 anni fa e da allora organizziamo eventi e promuoviamo iniziative mirate a mettere in rilievo le problematiche e le questioni di loro specifico interesse".

"Tra i tanti temi affrontati, quest’anno -ricorda Bettoni- abbiamo voluto puntare l’attenzione sui rischi (vecchi e nuovi) presenti nella sanità, con una ricerca che riguarda i profili di maggiore vulnerabilità per le lavoratrici: quei rischi emergenti e più allarmanti per le statistiche e per la medicina (lo stress da lavoro, la violenza e le aggressioni, i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico), in un contesto normativo che a tali fattori non appresta ancora un quadro di tutele completo e dettagliato".

L’Anmil ha voluto così "fornire un contributo all’operato di tutti gli attori, pubblici e privati, nell'individuazione di strumenti organizzativi e giuridici e di buone pratiche che aiutino a rendere il settore più sicuro e al contempo più produttivo e più funzionale all’obiettivo di tutelare la salute dell’intera popolazione". "Noi abbiamo combattuto -ricorda il presidente Anmil- più di 70 anni di battaglie, spingendo con tutte le nostre forze il Parlamento, il governo e l’Inail a superare la pubblica funzione meramente assicurativa, ereditata dalle vecchie strutture bancarie di fine Ottocento e, nell’interesse degli stessi datori di lavoro, ad orientare sempre più impegno e risorse verso la prevenzione".

"Stiamo vincendo anche la battaglia -continua- per tutelare le donne che lavorano dal dover subire passivamente, nella solitudine e nel silenzio, le violenze psicologiche di genere che le hanno tradizionalmente vessate: lo stalking, cioè molestie continuative gravi e assillanti, lo streaming, ovvero quelle azioni isolate ostili e stressanti, e il mobbing, cioè il terrore psicologico sul luogo di lavoro, non vedono più le donne senza difesa e senza tutela. Nell’arco di una quindicina di anni, infatti, sono quasi raddoppiati -avverte- i direttori generali donna, mentre i 'medici in camice rosa' hanno nettamente sorpassato gli uomini. In questa situazione, la sanità risulta uno dei pochissimi settori in cui l’incidenza degli infortuni femminili è superiore a quella maschile".

"La nostra azione vede oggi -rimarca il presidente Bettoni- un nuovo importante riconoscimento da parte delle massime istituzioni, di cui è prova il disegno di legge presentato dalla senatrice Silvana Amati, segretario di presidenza del Senato e componente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani. Il nostro auspicio è che -ammette- gli studi da noi condotti e tutte le iniziative realizzate a livello nazionale e sui territori contribuiscano a creare una maggiore consapevolezza sociale dei diritti che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini, affinché la nostra associazione, riesca a far sentire la sua forza per ottenerne il loro riconoscimento".

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