Storie di impresa e famiglia in un territorio di antica tradizione per le distillerie.
Territorio, tempestività, tradizione, tutela: sono le 4 'T' che sintetizzano la ricetta per una grappa di qualità. E anche 'T' come Trentino, terra che custodisce un suo 'segreto' per questo prodotto simbolo del made in Italy, fatto di storie di impresa e di famiglia. La ricetta è scritta nel disciplinare di produzione delle grappe marchiate con il Tridente, una sorta di 'Docg' dei distillati in Italia. A garantire questa qualità e la messa in atto del disciplinare è l’Istituto di Tutela Grappa del Trentino.
“L’importanza del territorio - afferma il presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino, Beppe Bertagnolli - è fondamentale per la qualità della 'Trentino Grappa', un elemento irripetibile che determina la qualità del prodotto. La nostra è l'unica grappa italiana certificata da un ente terzo. E un'altra caratteristica che ci contraddistingue è che produciamo ogni anno entro il mese di dicembre".
"La nostra fortuna e insieme il nostro valore aggiunto - prosegue - è di produrre in una terra come quella del Trentino, partendo dalle nostre piccole distillerie fino a farci conoscere in tutto il mondo: abbiamo capito che è il Trentino che il consumatore cerca, e trova nei nostri prodotti", aggiunge Bertagnolli, titolare insieme alla cugina Livia della Premiata Distilleria che porta il nome della sua famiglia, nel cuore della Piana Rotaliana, una delle più antiche d'Italia, fondata nel 1870 dalla nobildonna Giulia de Kreutzenberg e dal farmacista Edoardo Bertagnolli.
Autentico made in Italy, quindi, che vede imprese familiari aver investito ingenti capitali e risorse umane ed economiche in tanti decenni nella valorizzazione del prezioso distillato nazionale. Passione, entusiasmo, capacità, tradizione sono i comuni denominatori di aziende di antica tradizione.
Come quella di Stefano Marzadro, nato e cresciuto all'ombra della distilleria di famiglia che oggi amministra, secondo un modello di azienda familiare che vuole garantire continuità nel tempo. “Le grappe invecchiate - spiega - stanno prendendo sempre più piede, esempio di una lunga esperienza dell'azienda nell'allevamento di grappe in legno. Una sperimentazione che ha permesso di raggiungere livelli qualitativi inimmaginabili in questo comparto. E, alla vigilia del Vinitaly veronese e dell’Expo, c’è tanta fiducia per l’export della grappa trentina”.
E c'è anche chi, con una laurea di ingegneria in tasca, si è 'dato' all'alambicco. E' il caso di Giuliano Pisoni, nipote dell'inventore del sistema a 'bagno maria', Tulio Zadra. Le origini della distilleria e dell'azienda vitivinicola della sua famiglia risalgono addirittura al Concilio di Trento. “I vitigni autoctoni - afferma - sono la nostra ricchezza, in primis la nosiola: un'uva, un vino, un vino santo, una grappa. E poi la tecnica, il bagnomaria, con tutto ciò che questo nome significa per la qualità della Trentino Grappa”.
La produzione annua di grappa del Trentino rappresenta circa il 10% di quella nazionale, vale a dire circa 4 milioni di bottiglie equivalenti (da 70 centilitri). La produzione media annua di grappa in Trentino è di circa 10mila ettanidri distillando, sempre in media annua, 16mila tonnellate di vinaccia.
Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve aromatiche (40% del totale), quella destinata all'invecchiamento (circa il 35%) e quella da vinacce miste (circa il 25% della produzione). Il fatturato medio annuo che la grappa genera in Trentino è calcolato intorno ai 15 milioni di euro per l'imbottigliato e 2 milioni di euro per quanto riguarda la materia prima.
L'Istituto di Tutela della Grappa del Trentino, nato nel 1969, conta oggi 30 soci dei quali 20 distillatori, che rappresentano la quasi totalità della produzione trentina. Ha il compito di valorizzare la produzione tipica della grappa, ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e qualificarla con un apposito marchio di origine e con la dicitura 'Trentino Grappa'.
