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Welfare: da assistenti sociali lettera aperta a istituzioni, rimuovere disuguaglianze

17 marzo 2015 | 17.15
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Mordeglia: "Molto rimane da fare e noi lo facciamo nonostante i tagli agli investimenti nel sociale".

Welfare: da assistenti sociali lettera aperta a istituzioni, rimuovere disuguaglianze

Gli assistenti sociali italiani, attraverso una lettera aperta a firma della presidente del Consiglio nazionale, Silvana Mordeglia, lanciano oggi un appello a governo e Parlamento in occasione della Giornata mondiale del Servizio sociale. Mordeglia sottolinea che "per le persone, avere oggi maggiore dignità ed essere riconosciuti come unici e soggetti di diritti è spesso difficile" e ricorda che "la nostra Costituzione ci richiama a rimuovere le cause delle diseguaglianze e a portare le persone alla loro piena possibilità di espressione". "Molto dunque rimane da fare -scrive ancora Mordeglia- e noi lo facciamo nonostante i tagli agli investimenti nel sociale, l’insufficiente numero dei professionisti dedicati, quadri normativi sempre più complessi; rispetto all’amministrazione della giustizia il nostro impegno è quello di non esimerci dal mettere sempre in evidenza il punto di vista di chi è più debole (persone con disagio fisico e psichico, minorenni, famiglie in difficoltà, anziani soli, migranti, detenuti).

Nella lettera aperta, Mordeglia ricorda che "promuovere la dignità e il valore delle persone significa anche affrontare il tema delle famiglie: crediamo che esse siano quelle definite dall’affettività espressa dalle persone, ancor prima che da un legame giuridico". "E’ il tempo che non vi siano più discriminazioni su temi affettivi e di orientamento. Noi lo abbiamo scritto nel nostro codice deontologico, attendiamo che il legislatore faccia #lapropriaparte", avverte.

"Non solo giustizia, ambiente, famiglie e lavoro -continua- ma anche le difficoltà della vita quotidiana meritano dignità, giustizia e riconoscimento del valore della persona. La malattia, la non autosufficienza e la disabilità non possono non godere dell’attenzione di ognuno di noi. Non si può più accettare un sistema che, a seconda della Regione in cui si nasce, garantisce differenti servizi e differenti livelli di cura e assistenza. E’ insostenibile e contro ogni logica non poter garantire alle persone, nelle sofferenze della vita, il supporto della comunità". Infine, un riferimento, nella lettera aperta, a migranti e rifugiati. "Essi -chiarisce- hanno diritti garantiti che il nostro Paese, così come l’Europa, fatica a riconoscere, forse dimentichi come siamo di quanti europei siano fuggiti in altri continenti durante guerre e carestie".

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