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Biagi: Tiraboschi, assassinio non ha cancellato modernità progetto

18 marzo 2015 | 12.47
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Il giuslavorista: 'Stiamo comprendendo solo ora sua intuizione di una nuova grande trasformazione del lavoro'.

Michele Tiraboschi
Michele Tiraboschi

"La modernità di un progetto". Questa, secondo Michele Tiraboschi, professore ordinario di Diritto del lavoro all'Università di Modena e Reggio Emilia, la cifra più forte dell'eredità lasciata da Marco Biagi, quella che i suoi assassini non sono riusciti a cancellare. Non solo. E' "l’intuizione di una nuova grande trasformazione del lavoro -spiega Tiraboschi a Labitalia- che noi stiamo comprendendo, nelle sue esatte dimensioni, solo ora". E' "la visione di un mercato del lavoro maggiormente inclusivo e attento ai valori della persona, l’attenzione verso i corpi intermedi e la regolazione 'sussidiaria' dei rapporti di lavoro attraverso il bilateralismo e la contrattazione collettiva", spiega.

E' l’impegno, sottolinea Tiraboschi, che di Biagi è stato allievo e che insegna in un Dipartimento di economia che porta il nome del giuslavorista scomparso, "a fondare una scuola di pensiero aperta al nuovo nella prospettiva di un cambiamento culturale affidato alle nuove generazioni da avviare lungo percorsi formativi e di pensiero davvero innovativi e moderni".

Oggi c'è il Jobs Act, che "sul piano progettuale -osserva Tiraboschi- certamente si pone in una linea di continuità" con il lavoro di Biagi, "soprattutto là dove si pone oggi maggiore attenzione alla ricollocazione, alle politiche attive del lavoro e a quello che Biagi chiamava il diritto dei disoccupati".

"Sul piano applicativo -spiega Tiraboschi- siamo invece molto distanti dal metodo di Biagi per via del mancato coinvolgimento delle parti sociali e dei corpi intermedi su cui si era fondato il progetto della legge Biagi. Sullo sfondo del Jobs Act c'è una centralità della subordinazione e del contratto a tempo indeterminato che è in chiara controtendenza rispetto ai grandi cambiamenti in atto nel mondo del lavoro".

A distanza di 13 anni dalla scomparsa di Marco Biagi, nel mercato del lavoro "è cambiato tutto", afferma Tiraboschi. "Tredici anni fa la sola 'proposta' di una riforma sperimentale e temporanea dell’articolo 18 portava 3 milioni di lavoratori al circo Massimo a Roma. Oggi siamo passati dalle proposte al superamento reale dell’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori in un silenzio quasi generale e con i sindacati privi di ogni capacità di contrasto", sottolinea il giuslavorista.

"Ciò detto, rimangono gli stessi problemi di ieri e cioè costruire un sistema efficace e trasparente di incontro tra domanda e offerta di lavoro che superi le tutele del Novecento, portando anche da noi la flexicurity del Nord Europa", conclude Tiraboschi.

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