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Mostre: dai gioielli all'ebru 'Caos liquido' con opere di Danilo Giannoni

25 maggio 2015 | 17.12
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La mostra è ospitata, a Roma, negli spazi espositivi de 'Il Margutta RistorArte'

Mostre: dai gioielli all'ebru 'Caos liquido' con opere di Danilo Giannoni

Si intitola 'Caos liquido' ed è la mostra personale di Danilo Giannoni, pittore ma anche 'artigiano dei gioielli' con il suo brand internazionale Giamore, che da anni è diventato uno dei pochissimi esponenti in Italia di una tecnica particolarissima e antichissima, unica al mondo, chiamata Ebru, parola turca che deriva dal persiano ebri 'nuvoloso'. La mostra è ospitata, a Roma, negli spazi espositivi de 'Il Margutta RistorArte'.

Dopo una formazione d’eccellenza alla scuola orafa valenzana, che gli permette nella vita di avviare un’attività d’alto livello, Danilo Giannoni, per soddisfare una sete creativa che lo portasse oltre il mestiere di fine artigianato, si accosta alla conoscenza dell’ebru a Istanbul, dove si ferma per apprenderne l’arte per ben cinque anni.

"Mi lascio trasportare - spiega l’artista Danilo Giannoni - da una routine artistica e meccanica, cercando di limitare, se non escludere in toto, la mia influenza nell'opera. Io sono la pioggia di colori che con l'aiuto del vento e del movimento dell'acqua crea questi mondi: ognuno di questi si muove, evolve, lotta, fino alla conquista del Caos. Forse l'ispirazione principale è sempre e solo stata la vita, cercare di riprodurre la creazione di un mondo con tutti i suoi tormenti, sviluppi, fallimenti, successi e paure”.

"Partendo da una vasca piena di acqua e colore, Danilo Giannoni, uno dei pochissimi seguaci di questo stile artistico in Italia, scrive, disegna, definisce linee e forme - spiega una nota - dipingendo in una grande massa di liquido. Il colore, grazie a sostanze esclusivamente vegetali che gli permettono di rimanere a galla, diventa fluido e soggetto a modifiche, permettendo la creazione di macchie, venature, onde, profili, sagome, che diventano tutto e niente, che ipnotizzano ma rilassano, creando una serie di emozioni contrastanti che colpiscono grazie al loro ordinato caos multicolore. Una volta terminato, un foglio di carta di riso renderà questo frenetico ed eterno 'panta rei' immobile, ma incredibilmente soggettivo.

“Pregno di storia e profondità simbolica, l’antica arte dell’ebru per Danilo Giannoni - afferma la curatrice Francesca Barbi Marinetti - è stata una folgorazione sulla via di Damasco: tecnica e opera sono tutt’uno, connubio esemplare del percorso dell’artista e della sua poetica. Le dimensioni cercate sfuggono al tradizionale utilizzo dell’ebru, obbedendo invece al polso e alla sete creativa. È in questo passaggio che avviene la differenza, che l’opera d’arte si fa tale. In un viaggio del corpo e dell’anima attraverso territori e culture differenti Giannoni riconosce come denominatore comune gli elementi primari e primordiali: acqua, fuoco, terra, aria. Nella visione alchemica sono gli elementi alla base delle origini del mondo dal caos e dell’equilibrio che regola le leggi cosmiche”.

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