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Enogastronomia: a Viterbo la scienza incontra il food

03 luglio 2015 | 14.08
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In mostra l’avanguardia della ricerca dal campo alla tavola

Enogastronomia: a Viterbo la scienza incontra il food

Apre i battenti oggi, a Viterbo, 'Tuscia Food Valley', una mostra che raccoglie le ultime novità dell'agroalimentare, spaziando dallo 'smartfood' all'ecosostenibilità, fino alle colture integrate. L'Università della Tuscia, in collaborazione con l'Università di Roma Tre e la 'Sapienza', condivide i risultati dei propri progetti con imprenditori e mondo agricolo. L'iniziativa è finanziata dalla Regione Lazio tramite LazioInnova spa.

Ci sono il pomodoro nero e la mela a polpa rossa, i vigneti mappati da satellite o le acque irrigue purificate con energia solare: 'Tuscia Food Valley' è il risultato delle più recenti ricerche scientifiche nell'agroalimentare, che l'Università della Tuscia ha deciso di divulgare perché dalle aule degli atenei raggiungano il pubblico più vasto, soprattutto attraverso i giovani e le start-up.

All'interno di un percorso espositivo creato attraverso installazioni interattive e sensoriali, si scoprono i segreti di un settore all'avanguardia, in cui il recupero del passato e della biodiversità in estinzione si unisce alle ultime tecnologie al servizio del risparmio energetico, idrico e del recupero degli scarti.

Ma non solo. A Viterbo si scopre come il cibo diventi 'smart' in modo del tutto naturale. Come il 'Sunblack', il pomodoro nero ricco di antociani, ottenuto da semplici incroci di più specie: la presenza di sostanze nutritive normalmente assenti nell'ortaggio rosso e con azione antiossidante trasformano il pomodoro in un concentrato di proprietà anti-invecchiamento. Altro esperimento riuscito è 'Italian red passion', la mela a polpa rossa ottenuta dall'impollinazione libera delle tante mele dimenticate dell'Appennino centrale, dimostrazione di come la ricerca scientifica spesso incontri la tradizione agricola passata.

O, ancora, il 'grano duro soft', un frumento a metà tra il duro e il tenero, che riunisce le caratteristiche qualitative della semola e quelle fisiche della farina, adattandosi a tutte le trasformazioni e capace di unire le tecniche di molitura e di abbattere i costi produttivi. Tutti esempi di prodotti che soddisfano nuove esigenze nutritive e anche commerciali, andando incontro ai gusti esigenti dei palati di oggi.

Nella sezione 'Colture', poi, è esposta una delle innovazioni più interessanti: l’acquaponica, un sistema di produzione a ciclo chiuso che integra una coltivazione idroponica con acquacoltura. L'associazione tra piante e pesci crea un circolo virtuoso dal punto di vista energetico, che permette di risparmiare sui fertilizzanti, forniti dai pesci, e sulla depurazione delle acque, garantita dalle piante. Si crea così un sistema integrato di fertilizzazione e ittio-depurazione delle acque efficiente, ecologico e capace di abbattere i costi di produzione.

Un altro ambito dove la tecnologia e la ricerca possono essere determinanti per lo sviluppo dell’agroalimentare è nell'applicazione delle tecnologie satellitari: con 'Vitimap' si ottiene la mappatura ad altissima definizione dei vigneti. In questo modo, ogni filare sarà monitorato nel dettaglio, e si potrà individuare il momento più adatto per la raccolta, oltre ad ottimizzare le operazioni di fertilizzazione e di irrigazione, evitando gli sprechi. Riguardo al risparmio idrico, un sistema di purificazione dell'acqua salata e a costo energetico zero illustra una modalità di irrigazione, che sfrutta la sola energia solare per desalinizzare l'acqua con progressive evaporazioni e condensazioni del vapore: una valida alternativa all'irrigazione tradizionale in zone aride o costiere.

Le ricerche intorno al cibo dell'Università della Tuscia non guardano solo all'innovazione, ma sono altresì rivolte alla ricostruzione delle antiche tradizioni alimentari, a testimonianza del fatto che 'Tuscia Food Valley' è il risultato di un lavoro corale portato avanti dai vari dipartimenti dell'ateneo viterbese, in collaborazione con Roma Tre e La Sapienza.

Ne è un esempio la sezione 'Cultura' costituita dalle ricerche archeologiche, in cui è inoltre esposto il più antico servizio di piatti da simposio etrusco. Sempre in questa sezione, il visitatore può attraversare virtualmente un antico vigneto riprodotto con un'installazione emozionale e interattiva, che mostra la tecnica caratteristica di coltivazione della vite che veniva consociata a piante arbustive o ad alberi da frutto, sviluppandosi come un rampicante.

Questi sono alcuni degli spunti presenti in un'esposizione ricca, concepita non solo per addetti ai lavori, anche grazie a un allestimento speciale che attraverso installazioni originali e interattive e traduce in termini divulgativi i risultati di ricerche scientifiche.

“Abbiamo colto il tema di Expo 2015, con l’idea di riuscire a creare un’esposizione sintetica ed emozionale della scienza e della cultura del cibo, che stimoli la divulgazione delle esperienze più virtuose della ricerca applicata e dell’innovazione di prodotto in campo alimentare", ha spiegato Marco Esti, curatore della mostra.

"E in questo senso, l’intento principale è indurre il confronto e lo scambio di conoscenze sia storiche che scientifiche tra ricercatori, giovani studenti e laureati e imprenditori, per favorire il coinvolgimento delle risorse ed eccellenze locali, in modo che emergano idee imprenditoriali utili, per esempio, a progetti di startup”, ha concluso.

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