cerca CERCA
Sabato 20 Aprile 2024
Aggiornato: 00:03
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Sollievo dal dolore? Gli uomini hanno bisogno del 60% in più di morfina

09 dicembre 2015 | 11.47
LETTURA: 5 minuti

Sollievo dal dolore? Gli uomini hanno bisogno del 60% in più di morfina

Gli uomini hanno bisogno di almeno il 60% in più di morfina rispetto alle donne per ottenere lo stesso sollievo dal dolore. Lo spiega Antonio Corcione, presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti): "In una serie di studi effettuati sul dolore post-operatorio con il sistema di somministrazione controllato direttamente dal paziente, si è visto che i maschi consumavano circa 2,4 volte più oppioidi rispetto alle femmine. In effetti è̀ stato dimostrato che gli uomini necessitano di almeno il 60% in più di morfina delle donne per ottenere lo stesso sollievo dal dolore. Questo significa che le donne sono più sensibili alla morfina". Proprio le differenze di genere sono al centro del XIV Congresso nazionale Siaarti-Area culturale dolore e del XXV Convegno della sicurezza in anestesia, in programma a Napoli dal 10 al 12 dicembre.

"In letteratura sono presenti anche articoli in cui questa disparità non è̀ presente - precisa lo specialista in merito al 'gap' fra le dosi di morfina necessarie per lui e per lei - Questi risultati implicano dunque l'esistenza di complesse differenze di genere nei circuiti coinvolti nella modulazione del dolore. Il metabolismo degli oppiacei a livello epatico è̀ diverso nell'uomo e nella donna, e queste differenze dipendono dalla presenza in circolo di ormoni sessuali. Dal momento che i metaboliti della morfina sono attivi, la risposta terapeutica diversa tra uomo e donna può essere ricercata anche in questo processo. Queste informazioni sono importanti perché le differenze tra i sessi, per quanto riguardi farmacocinetica e farmacodinamica, possono modificare l'efficacia dei farmaci e indurre effetti collaterali non previsti".

"Il dolore - sottolinea Corcione - è un'esperienza complessa che deriva dall'integrazione di componenti fisiche, psichiche e socio-culturali. Tuttavia anche fattori sociali e culturali hanno un impatto significativo, soprattutto sul modo di interpretare e comunicare il dolore". Quello cronico, per esempio, affligge maggiormente le donne che però hanno ancora una probabilità più bassa degli uomini di ricevere le terapie adeguate. Le ragioni vanno cercate "nei differenti ruoli di genere o nelle strategie di sopportazione del dolore, ma anche in una certa carenza nella comprensione o nell'accettazione di quelle differenze biologiche tra maschi e femmine che influenzano in modo rilevante le modalità di percezione del dolore".

Sono poche le sostanze su cui sono stati fatti studi di genere, ma per il presidente degli anestesisti i risultati ottenuti sono significativi. "Differenze di risposta alla terapia analgesica sono state documentate per esempio per 2 classi di agenti analgesici molto importanti: gli antinfiammatori non steroidei e gli oppioidi. I farmaci antinfiammatori non steroidei - ricorda - sono ampiamente usati per trattare problemi di dolore acuto e cronico. Per esempio, lo studio dell'ibuprofene ha dimostrato che l'effetto analgesico era presente in soggetti sani masch, ma non in femmine. La concentrazione plasmatica era simile nei 2 sessi e quindi la differenza di genere non poteva essere attribuita a un'inadeguata dose di ibuprofene e neanche ai livelli iniziali di dolore, dal momento che l'analgesia era misurata proprio come variazione dalla baseline".

Per l'esperto "questo risultato non è̀ inaspettato poiché era già stata notata una forte variabilità individuale nella risposta agli antinfiammatori non steroidei, però il genere non era ancora stato studiato. Questo è̀ da tenere presente - ribadisce - dal momento che molte condizioni dolorose per cui i farmaci non antinfiammatori steroidei sono usati si riscontrano prevalentemente nelle donne. In soggetti sani gli effetti analgesici della morfina mostravano invece maggiore efficacia nella donna, un inizio e termine degli effetti più lenti, soglia e tolleranza al dolore confrontabili tra i 2 sessi, nessuna differenza nella concentrazione plasmatica di morfina o dei suoi metaboliti".

In passato le donne non venivano nemmeno coinvolte negli studi clinici: "Per molti anni si è sostenuto che i pazienti sofferenti di dolore fossero solo maschi giovani, e solo agli inizi degli anni '90 il lavoro di sensibilizzazione svolto da ricercatori come Karen Berkley ha piano piano introdotto questo aspetto del problema negli studi sul dolore - riferisce ancora Corcione - Le varie difficoltà̀ non hanno però impedito una progressiva presa di coscienza del problema, con studi sempre più mirati alla valutazione delle differenze tra i sessi, sia a livello di morfologia che di funzione dei vari organi e apparati". Nel tempo si sono acquisite "numerose informazioni soprattutto sull'influenza degli ormoni gonadici e sulle strutture del sistema nervoso coinvolte nel dolore. Più recentemente - conclude - sono stati studiati altri aspetti come la differenza di genere nella risposta alla terapia, permettendo la scoperta di differenze sostanziali nell'uso di molti farmaci".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza