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"Solo 3 posti ad asilo Camera", Ravetto si sfoga

14 marzo 2019 | 15.43
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Foto Fotogramma/Ipa)
Foto Fotogramma/Ipa)

"Tre posti bimbo sono un numero ridicolo. Le cose o si fanno bene o è meglio non farle, perché così sembrano delle prese in giro. Siamo 630 tra deputate e deputati, in più ci sono tutte le dipendenti della Camera, tutte le giornaliste che lavorano qua. Ho solo sentito il dovere di dire la mia". La nuova convenzione stipulata tra la Camera dei deputati e il ministero dell'Economia per la fruizione dell'asilo nido - che assegna ai deputati in carica tre posti bimbo - non piace a Laura Ravetto di Forza Italia.

Ieri un documento firmato dai questori di Montecitorio Gregorio Fontana, Edmondo Cirielli e Federico D'Incà informava i deputati dell'avvio della nuova convenzione, che, si legge, "prevede la costituzione, a favore dei deputati in carica, di una riserva di 3 posti bimbo (uno per ciascuna delle fasce di età da 3 a 12 mesi, da 12 a 24 mesi e da 24 a 36 mesi), ferma restando la possibilità di accogliere ulteriori richieste nei limiti delle disponibilità residue dell'asilo nido". In una mail indirizzata a tutti i colleghi la Ravetto ha espresso il suo forte disappunto, criticando il numero di posti messi a disposizione.

"Dire a 630 deputate e deputati, più tutte le dipendenti e le giornaliste, che ci sono solo 3 posti per tutti è una presa in giro. E poi: quali sarebbero stati i criteri per assegnare questi 3 posti? Che facciamo, estraiamo a sorte?", rimarca Ravetto, interpellata dall'Adnkronos.

"Vogliamo forse dire - insiste l'esponente di Forza Italia - che i maschi non sono interessati? Qualche maschio probabilmente lo sarà. Le madri sono tutte interessate. Noi in Aula, ad esempio, non possiamo da regolamento portare dentro i bambini. Per lo più non siamo residenti a Roma e quindi non possiamo metterci nelle liste d'attesa per gli asili e se ci rivolgiamo ai privati, il fatto di non essere di Roma comunque ci penalizza".

Inoltre, osserva Ravetto, "le dipendenti della Camera o le giornaliste che fanno orari assurdi non possono portare i figli. La Camera ha fatto due stanzette vuote: non è questa una presa in giro? Io mi arrabbio perché nessuno chiede nulla di particolare: chiediamo di poter pagare a prezzi di mercato un servizio che consenta a tutte noi di lavorare avendo i bambini vicino. E visto che la Camera è l'istituzione che dovrebbe dare l'esempio, secondo me questo esempio dovrebbe darlo da subito e non con le prese in giro".

"Secondo me sarebbe giusto avere un asilo interno, ovviamente a pagamento: capisco che è fantascienza perché siamo ancora nel trapassato, però almeno una convenzione seria con un asilo vicino, questo sì", insiste la deputata forzista, che aggiunge: "Chiediamo al Paese di favorire la maternità, chiediamo agli imprenditori di fare gli asili interni alle aziende, quando noi siamo i primi a non essere in grado di organizzare una cosa simile".

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