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Immigrati: somalo condannato, l'orrore di stupri e violenze nel racconto testimoni/Il punto

13 febbraio 2015 | 19.03
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'Incastrato' dai superstiti della strage di immigrati di Lampedusa che il 3 ottobre 2013 costò la vita a 366 profughi, è stato condannato a trent'anni di carcere. A raccontare ai giudici della Corte d'Assise di Agrigento gli orrori vissuti per mesi in mezzo al deserto ad opera di un gruppo di guerriglieri è stata una ragazza di 18 anni

(Infophoto) - INFOPHOTO
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"Nel campo c'era una ragazza che si chiamava Eden e lui voleva fare con lei sesso, ma lei non voleva farlo, così l'ha picchiata fino a farle gonfiare gli occhi. Ad un'altra ragazza ha gettato addosso della benzina". E' soltanto una delle tragiche testimonianze dei superstiti della strage di immigrati di Lampedusa del 3 ottobre 2013, costata la vita a 366 profughi, tra cui molti bambini e numerose donne. A raccontare gli orrori vissuti per mesi in mezzo al deserto, ad opera di un gruppo di guerriglieri somali, è una ragazza di 18 anni. Una delle sopravvissute.

E' stata lei a raccontare ai giudici della Corte d'Assise di Agrigento, tra le lacrime, tutti i soprusi, le botte, le violenze sessuali subito da oltre 130 persone, soprattutto giovani donne, dai guerriglieri. Tra loro c'era Mouhamud Elmi Muhidin, 34 anni, il somalo accusato di tratta di esseri umani, associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violenza sessuale che oggi è stato condannato ad Agrigento a trent'anni di carcere.

L'uomo, che ha sempre respinto tutte le accuse, venne denunciato da un gruppo di immigrati sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre 2013. Trasferito al centro di accoglienza di Lampedusa dopo qualche giorno, arrivato un altro barcone, venne riconosciuto dai sopravvissuti che lo accusarono di essere uno degli organizzatori del viaggio per l'Italia. Tra le testimonianze raccolte dai giudici e dal pm della Dda Gery Ferrara emergono particolari terribili.

Durante un'udienza il pm Ferrara chiede se una testimone è stata picchiata e la ragazza risponde, con l'aiuto di un interprete: "Ogni sera lui veniva in quella camera, ogni sera, e diceva agli altri di uscire".

Nella requisitoria il pm Ferrara ricostruisce quanto accaduto e parla di tratta di essere umani: "Emerge l'esistenza di una rete fitta e articolata che opera in costante raccordo reciproco con la consapevolezza di cooperare all'attuazione di un progetto delittuoso e di speculazione lucrativa unitario e organico: il sequestro dei migranti; il pagamento del riscatto su conti correnti a ciò dedicati; l'uso di armi da fuoco; le ripetute e continue violenze finalizzate a creare la situazione di assoggettamento propria della tratta e della riduzione in schiavitù; le violenze sessuali sulle donne e le umiliazioni fisiche e psichiche; la consegna agli altri gruppi operanti sulla costa per il viaggio finale verso l'agognata meta europea - condotte operate in periodi lunghi anche alcuni mesi - sono tutti elementi indicativi della piena operatività di un gruppo criminale avente a disposizione una struttura stabile e avente obiettivi ben pianificati", dice il magistrato.

"Del resto, solo nel quadro di una organizzazione stabilmente dedita alla tratta ed al favoreggiamento 'seriale' dell'ingresso clandestino di immigrati in Europa si può giustificare la predisposizione di una rete transazionale per il reperimento degli aspiranti migranti nei vari Paesi di provenienza, la concentrazione degli stessi in luoghi recintati e sorvegliati da guardie armate, la disponibilità di imbarcazioni per il trasporto via mare, l'arruolamento di un ampio novero di uomini con articolazione di ruoli (procacciatori dei migranti, autisti dei pullman, guardie armate, membri dell'equipaggio di più natanti, etc.), codici di comportamento concertati, standardizzati e collaudati", dice il pm.

"Non vi sono dubbi di sorta - ricostruisce il magistrato - sul fatto che si tratti di una attività illecita necessariamente organizzata secondo procedure e metodi sperimentati e seriali, rivolta alla consumazione di plurimi delitti di illecito favoreggiamento dell'immigrazione illegale, tratta di persone ed altri reati connessi e capillare predisposizione di uomini, mezzi e capitali, con una intensificazione delle attività di illecito afflusso di migranti in epoca recente, in parallelo allo stato di disagio e turbolenza interna attraversato dai Paesi di precipua provenienza dei migranti (crisi economico - politica e forti tensioni socio-politiche quando non anche situazioni di vera e propria guerra civile), condizione delle quali dette organizzazioni approfittano".

E sul somalo condannato oggi il pm dice: "Il ruolo apicale dell'indagato in uno dei diversi segmenti spazio-temporali della complessiva tratta che si articola in un territorio vastissimo e per un lungo periodo di tempo è apparso chiaro ed inequivocabile, con la sua diretta partecipazione peraltro anche a singoli gravissimi reati-fine, anche se commessi interamente all'estero, per i quali è stata rilasciata autorizzazione a procedere da parte del Ministro della Giustizia".

"Tali elementi, letti nell'insieme, compongono un quadro indicativo della prestazione di un contributo essenziale non già e non solo al singolo trasporto di migranti, ma alla più complessa organizzazione appena descritta, con la consapevolezza di dare un apporto alla stessa e di favorirne così la 'regolare' operatività", dice il magistrato.

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