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Sopravvissuta yazida: ''Felice per morte leader Isis, al sicuro quando eliminati tutti i miliziani''

04 febbraio 2022 | 17.43
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 - Afp
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Rapita, stuprata, picchiata fino a diventare ceca da un occhio, venduta come schiava sessuale al mercato. Farida Khalaf aveva 18 anni quando la sua vita è stata stravolta da Abu Ibrahim Hashimi al Quraishi, il leader dell'Isis ucciso ieri in un'operazione delle forze speciali americane in Siria e responsabile della campagna di odio che ha portato al genocidio degli yazidi. E ora si sente ''felice, molto felice'' perché "ho sempre desiderato che questa persona fosse portata davanti a un tribunale e condannata'' per i crimini commessi, per le fatwe con cui ha ordinato il genocidio degli yazidi. ''Ora, almeno, mi sento sollevata dal fatto che sia stato ucciso e che non dipendano più da lui i nostri diritti'', il futuro di un popolo.

''Come sopravvissuta al rapimento e alla schiavitù che mi ha imposto l'Isis, mi rattrista e provo vergogna a pensare che criminali come Quraishi siano ancora liberi e possano diffondere la loro ideologia. Vorrei che tutti i criminali di Daesh (acronimo arabo dell'Isis) e tutti quelli come Quraishi abbiano il suo stesso destino. Solo allora mi sentirò al sicuro e non avrò più paura'', racconta ad Adnkronos. ''Mi auguro che l'uccisione di questo criminale possa essere una lezione per tutti gli altri che ne condividono l'ideologia, in modo che possano diminuire le sofferenze delle donne e delle persone fragili'', ha aggiunto. Farida ha quindi rivolto un pensiero ai ''molti dei nostri cari che sono stati uccisi per mano di criminali come al-Quraishi e che sono ancora nelle fosse comuni, senza che siano stati esumati. E' molto triste''. Come lo è pensare che ''almeno 2.500 persone risultano ancora disperse''.

Farida, che nel 2016 ha pubblicato il libro 'The Girl Who Beat Isis', edito in Italia da Piemme con il titolo 'La schiava bambina dell'Isis', conclude dicendo di essersi ''sentita molto felice nel sapere che lui non c'è più e che la sua ideologia può finire''. Certo, prosegue, ''secondo me ci è voluto troppo tempo perché un criminale come lui fosse eliminato, ma ora guardiamo al risultato. Persone come al-Quraishi dovrebbero essere consegnate alla giustizia quanto prima e non essere più rimesse in libertà''.

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