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Sopravvissuta yazida: "Grazie al Papa per aver parlato di noi, ti aspettiamo a Sinjar"

08 marzo 2021 | 14.26
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Sopravvissuta yazida:

Un ringraziamento a Papa Francesco, per aver ricordato la minoranza yazida durante il suo viaggio a Baghdad. E un auspicio, perché il Pontefice possa un giorno recarsi a Sinjar, città simbolo dove è iniziato quello che la Commissione Onu sulla Siria ha riconosciuto come il genocidio degli yazidi a opera dello Stato Islamico (Isis). Così Farida Khalaf, sopravvissuta ai jihadisti dell'Isis che l'avevano rapita nel 2014 quando aveva 18 anni dal villaggio iracheno di Kocho, commenta con Aki - Adnkronos International la storica visita di Papa Francesco in Iraq.

''Sono una sopravvissuta yazida, un'attivista per i diritti umani e presidente della Farida Global Organization. A nome mio e a nome del mio popolo, ringrazio Sua Santità Papa Francesco per aver parlato della minoranza yazida durante il suo discorso a Baghdad'', dichiara la donna, oggi 26enne. Sulla sua terribile esperienza, Farida nel 2016 ha pubblicato il libro 'The Girl Who Beat Isis', edito in Italia da Piemme con il titolo 'La schiava bambina dell'Isis'. ''Ovviamente speravamo che il Papa visitasse la città di Sinjar, dove ci sono ancora le fosse comuni con i corpi delle migliaia di vittime yazide, donne, bambini e uomini, giovani e anziani. Ma conosciamo anche i limiti di tempo e le altre sfide che accompagnano visite simili'', prosegue.

Nel suo libro, Farida racconta di essere stata rapita insieme ad altre donne dopo che suo padre e suo fratello vennero uccisi dai miliziani dell'Isis. Costretta a salire su un bus con le armi puntate addosso, venne portata a Raqqa dove venne venduta come schiava sessuale. Una volta, racconta nel suo libro, fu picchiata così tanto da perdere la vista a un occhio e per due mesi non riuscì a camminare. Quando si riprese fisicamente, riuscì a scappare insieme ad altre cinque giovani come lei, attraverso il deserto, fino a un campo profughi nel nord dell'Iraq.

''La storica visita di Papa Francesco porta con sé un messaggio di pace e di speranza per tutto il popolo iracheno, non solo per i cristiani'', prosegue. ''Io, che sono una delle vittime del conflitto, ritengo che avevamo bisogno di una visita così significativa per portare solidarietà e sostegno al popolo iracheno che sta ancora sanguinando a causa di anni di conflitti settari ed etnici che hanno lacerato il tessuto della società'', aggiunge Farida. ''Credo che l'Iraq possa riuscire ancora a salvare ciò che è rimasto di quella colorata società irachena e spero che la visita di Sua Santità sia un passo verso questo obiettivo sacrosanto'', ha concluso.

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