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Moda

Sostenibilità prima del prodotto per Genny, tra Art Deco' e Anni 80

23 settembre 2015 | 15.11
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Sara Cavazza Facchini
Sara Cavazza Facchini

Prima vengono l'uomo, le condizioni di lavoro, il rispetto per l'ambiente. Dopo il prodotto, la collezione, quello che generalmente e immediatamente è identificato con il termine moda. Che in realtà contiene molto di più. Lo vuole sottolineare Sara Cavazza Facchini, art director di Genny, che nel primo giorno di sfilate e all'inizio della sua passerella, manda in scena un videomessaggio. "Non voglio decentralizzare la produzione e non voglio che le persone vengano sfruttate": questo è soltanto un passaggio del suo intervento in cui enuncia una sorta di 'manifesto di sostenibilità'.

Lo fa alla vigilia della serata del 28 settembre quando, a New York, parteciperà al gala benefico Fashion4Development. In presenza di 350 first ladies Cavazza presenterà una sfilata con una selezione dei capi della stagione autunno inverno 2015-2016, parte del cui ricavato andrà a sostegno dell'associazione. La stilista ha già messo in atto il concetto di sostenibilità per come è veicolato da F4D, con la applicazione di una 'etichetta dei valori' sopra ciascun capo della stagione primavera - estate 2016.

"Credo molto nel prodotto che per noi è al 100% made in Italy, dietro al quale sta il rispetto del lavoratore e delle sue condizioni di lavoro. Significa lavorare con clienti che sono consapevoli di ciò che comperano e che sono disposti a pagarlo anche un po' di più per questo. Facciamo uso di materiali sui quai non vengono utilizzate sostanze tossiche e nocive e rispettiamo l'ambiente in cui viviamo", chiarisce la stilista, spiegando che l'obiettivo è "risvegliare la consapevolezza nelle persone per ricordare che il prodotto va oltre il prodotto stesso"

Intanto all'Arengario di Milano va in scena una collezione che gioca con due ispirazioni fondamentali: l'Art Deco' e gli Anni 80. "E' ispirata alla pulizia di fondo caratteristica degli Anni Venti" sottolinea Sara Cavazza Facchini. "C'è tanto bianco proprio perché mi sono ispirata al buongusto di quegli anni che stava ad indicare la ripresa dopo prima guerra mondiale. E il bianco per me rappresenta proprio il simbolo della rinascita. In più è abbinato ai metalli, il silver, l'oro giallo e quello rosa, e dunque al glamour Anni 80".

Le linee sono rigorosamente geometriche, le silhouette precise descritte attraverso tuniche che lasciano scoperte le spalle, dove il tocco grafico è dato dagli inserti in maglia. La maglieria è leggerissima declinata nei colori dell'oro e dell'argento. Il deco' si fa più evidente degli abiti fil coupè con le grafiche ispirate alle opere di Sonia Delaunay.

Le borse sono clutch rotonde con decorazioni a sbalzo in metallo, onice e specchi, mentre le scarpe sono femminili sandali a tronchetto in pelle bianca e oro.

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