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Clima: da Rio a Parigi, le tappe verso la Cop21/Focus

29 novembre 2015 | 12.01
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(Infophoto)
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Da Rio a Parigi, dal 1992 al 2015, per un accordo universale e vincolante nella lotta ai cambiamenti climatici: contenere il riscaldamento globale entro i 2°. Circa 40mila delegati in rappresentanza di 195 Paesi (196 con l'Ue), di associazioni e organizzazioni non governative si riuniscono a Parigi dal 30 novembre all'11 dicembre alla 21ma Conferenza delle Parti (Cop21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc).

Ventitré anni dopo Rio ecco dunque l'appuntamento di Parigi che raccoglie il testimone e la sfida contro il global warming. A cominciare proprio da quella Convenzione quadro adottata durante il vertice di Rio de Janeiro del 1992, un accordo universale di principio che riconosce l'esistenza dei cambiamenti climatici indotti dall'uomo e dà ai Paesi industrializzati la maggior parte della responsabilità per fronteggiarli.

Determinante, poi, nel 1997 l'adozione del protocollo di Kyoto alla Cop3: per la prima volta vengono fissati obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per i Paesi industrializzati. Il protocollo, entrato in vigore nel 2005, era destinato a coprire il periodo 2008-2012.

A Bali, nel 2007, si definisce la timeline per le trattative verso il raggiungimento di un accordo successivo al protocollo di Kyoto, in scadenza, appunto, nel 2012. Si guarda a dicembre 2009, alla Cop15 di Copenhagen, in Danimarca.

Non va così. Sebbene questo appuntamento non porti all'adozione di un nuovo accordo, riconosce però l'obiettivo comune di mantenere l'aumento della temperatura globale sotto i 2° C. Inoltre, i Paesi industrializzati si impegnano poi a raccogliere 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020 per aiutare i Paesi in via di sviluppo nella mitigazione e nell'adattamento al cambiamento climatico.

In questa direzione guarda l'appuntamento di Cancún (Messico), nel 2010, con la creazione di istituzioni dedicate, come il Green Climate Fund, un fondo finanziario per la promozione di azioni per la mitigazione del global warming e l'adattamento ai cambiamenti climatici.

Ancora, nel 2011, la volontà di un'azione comune si riflette nella definizione a Durban di una 'Platform for Enhanced Action' (ADP), con il mandato di portare tutti i Paesi, sviluppati e in via di sviluppo, al tavolo per sviluppare "un protocollo, un altro strumento giuridico o un accordo con forza di legge" da adottare nel 2015, per essere attuato a partire dal 2020, e applicabile a tutti gli Stati che fanno parte della Convenzione quadro.

In attesa del 2020, la conferenza di Doha (Qatar), nel 2012, istituisce un secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto (2013-2020), ratificato da una parte dei Paesi industrializzati. Progressi verso l'appuntamento di Parigi si sono poi registrati nelle Conferenze sul cambiamento climatico a Varsavia (Polonia), nel 2013, e Lima (Perù), nel 2014. Tutti gli Stati sono invitati a presentare i loro 'Intended Nationally Determined Contibutions' (INDCs) verso la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra davanti a Cop21.

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