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Settimana decisiva per la Cop21, Ban Ki-moon: "Decidiamo il nostro destino"

07 dicembre 2015 | 17.09
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Forse mercoledì una prima panoramica di accordo

(Xinhua)
(Xinhua)

Conto alla rovescia per la conclusione della Cop21 di Parigi, appuntamento globale contro il global warming. E' partita oggi la seconda settimana di negoziati con lo scopo di raggiungere un accordo mondiale per limitare l'aumento della temperatura entro i 2 gradi entro venerdì.

"Abbiamo l'unica opportunità di decidere il nostro destino", ha detto il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon nel discorso di apertura di questa seconda fase a livello ministeriale. "Le decisioni che prenderete qui si rifletteranno attraverso i secoli. Siamo sull'orlo di uno degli accordi più importanti dei nostri tempi: far pace con il nostro pianeta", ha detto in conferenza stampa.

"Una settimana fa, 150 leader mondiali erano qui e hanno assicurato il loro pieno sostegno per un accordo sul clima globale e robusto come lo è la sfida che ci troviamo di fronte", ha ricordato Ban. "Mai prima d'allora tanti capi di Stato e di governo si sono riuniti in un unico luogo, in una sola volta e con uno scopo comune", ha sottolineato ricordando il loro sostegno per la "riduzione delle emissioni di gas serra e il rafforzamento della resilienza ai cambiamenti climatici". Da qui l'appello di Ban ai leader di tradurre "questo storico invito all'azione in un accordo sul clima durevole, dinamico, credibile ed equo".

"In primo luogo, abbiamo bisogno di un accordo che limiterà l'aumento della temperatura a meno di 2 gradi. Per molti, compresi i Paesi meno sviluppati, anche un aumento di 1,5 gradi avrà gravi conseguenze", ha insistito. "In secondo luogo, il settore privato ha bisogno di un chiaro segnale che la trasformazione dell'economia globale verso un sistema a basse emissioni è inevitabile, benefica e già in corso. Terzo, i Paesi sviluppati devono accettare di guidare il processo e i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di assumere responsabilità crescenti in linea con le loro capacità", ha sottolineato il capo dell'Onu.

"In quarto luogo, l'accordo deve garantire sufficiente ed equilibrato supporto all'adattamento e alla mitigazione per i Paesi in via di sviluppo, soprattutto i più poveri e più vulnerabili", ha aggiunto. Infine, Ban ha chiesto che l'accordo preveda un quadro unico e trasparente per la misurazione, il monitoraggio e l'aggiornamento dello stato di avanzamento.

Punto centrale dei negoziati la questione finanziamenti con molti piani per la riduzione delle emissioni che dipendono da quel fondo annuale di 100 miliardi di dollari che dovrebbe essere messo a disposizione dai Paesi sviluppati fino al 2020. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, che sta curando i colloqui, ha detto che una prima panoramica dell'accordo finale dovrebbe essere pronto per mercoledì, due giorni prima della deadline di venerdì.

"L'accordo di Parigi confermerà l'obiettivo di mantenere l'aumento di temperatura, rispetto all'era pre-industriale, entro i 2 gradi. Nel corso del negoziato è emersa la richiesta dei Paesi più vulnerabili, fra questi le piccole isole, di un obiettivo di riduzione pari a 1,5 gradi. Obiettivo peraltro non escluso dal riferimento ai 2 gradi", ha riferito il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, intervenendo all'Africa renewable energy iniziative, nell'ambito della Cop21 di Parigi. "L'Italia è impegnata, nell'ambito della posizione europea, a lavorare affinché nel testo dell'accordo vi sia un riferimento al grado e mezzo sia in termini di desiderabilità di sforzi in tal senso - afferma Galletti - sia come obiettivo da considerare nel corso delle valutazioni periodiche di revisione, alla luce delle ulteriori evidenze scientifiche sugli impatti del cambiamento climatico".

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