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Bikeconomy

Investire sulle due ruote conviene

13 novembre 2018 | 14.57
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(Fotolia)
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La contraddizione 'a due ruote' dell'Italia, Paese leader in Europa nella produzione di bici e componenti (con oltre 8mila addetti) e primo in Ue per quantità di biciclette prodotte (2.339.000 unità, con il 18% di share), ma dalla domanda interna ancora molto bassa. Perché? Tanto per citare un dato, nonostante solo il 17% degli italiani viva a più di 30 minuti dal luogo di lavoro, solo il 4% usa la bicicletta per andare in ufficio: colpa della scarsa qualità e interconnessione delle infrastrutture.

Dati su cui riflettere perché la bicicletta muove una vera e propria economia: in Europa il settore impiega oltre 70.000 lavoratori, con un’occupazione che in rapporto è di 4 volte superiore quella dell’industria dell’automobile, e se in tutte le città europee si pedalasse come a Copenhagen (dove il 26% degli spostamenti avviene sui pedali) si creerebbero circa 76.000 nuovi posti di lavoro.

Insomma, investire in bici conviene. Solo per citare qualche dato, si è calcolato che in Europa per ogni chilometro di pista ciclabile si creano porta 5 posti di lavoro; che i costi della realizzazione di un’autostrada vengono recuperati in circa 100 anni, mentre quelli di una ciclovia in appena un anno, e chi fa cicloturismo lascia sul territorio il 32% di quanto spende contro il 4% del turismo motorizzato. Numeri e temi al centro del Bikeconomy Forum, il 16 novembre a Roma, presso il Museo Maxxi.

Ideato da Fondazione Manlio Masi e Osservatorio Bikeconomy, con il patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale, Coni e Federazione Ciclistica Italiana, il Forum quest'anno è dedicato al tema "The Booming Bike ", ovvero: la bicicletta come 'moltiplicatore', dal punto di vista economico e della qualità della vita. Si parlerà delle migliori pratiche italiane e delle esperienze internazionali che possono essere replicabili, dei criteri di qualità e di sicurezza per realizzare una ciclovia, e perché conviene investire nella bicicletta.

L'appuntamento è l'occasione per fare il punto sulla situazione in Italia dove si contano 743.000 frequent biker, con percentuali elevate nella provincia autonoma di Bolzano, in Emilia Romagna e Veneto, con la più elevata propensione a usare la bici negli spostamenti urbani registrata a Bolzano, in Emilia Romagna, Veneto, a Trento, in Friuli Venezia Giulia e Lombardia.

Progetti interessanti ce ne sono, come 'VenTO', la dorsale cicloturistica più lunga d'Europa, 679 km che legano Venezia a Torino lungo il fiume Po, probabilmente il più forte esempio di 'bikeconomy' messa in pratica nel nostro Paese. Si tratta di una ciclovia per far pedalare chi già va in bicicletta ma sopratutto per far pedalare chi ancora non va in bicicletta, seguendo il modello della Germania che ha già una rete di 45.000 chilometri di ciclovie e di cui l’88% è esclusivamente ciclopedonale (cioè non prevede alcun accesso alle auto).

Qualcosa anche nella Capitale si sta muovendo: Handshake è il progetto europeo per lo sviluppo e la promozione di una nuova cultura legata alla ciclabilità urbana, iniziativa che coinvolge 13 città europee con Amsterdam, Copenhagen e Monaco nel ruolo di città capofila e il compito di guidare le restanti 10, in un processo di promozione della mobilità ciclabile. L’Italia partecipa al progetto con le delegazioni di due comuni, Roma e Torino.

Poi, ci sono i territori che hanno già adottato politiche virtuose di mobilità sostenibile: il Comune di Cesena con il progetto "Al lavoro in bicicletta" che incentiva l'uso delle due ruote attraverso con un rimborso di 25 centesimi per ogni km percorso da casa al lavoro, con un tetto massimo di 2,5 euro al giorno e di 50 euro al mese; Collegno, in provincia di Torino, dove il sindaco Francesco Casciano ha predisposto la realizzazione di una ciclabile di collegamento per gli spostamenti casa-lavoro.

E ancora: Casole d'Elsa, in Toscana, ha dato vita al primo bike hub del cicloamatore, nella Val d'Elsa, una rete di strutture ricettive, Comuni, pro loco, tour operator e negozi di bici uniti sotto un marchio comune. Esperienze che saranno raccontate da Mario Occhiuto, delegato nazionale all'Urbanistica di Anci e sindaco di Cosenza.

Allargando lo sguardo, l’esempio olandese rimane il riferimento: il Forum ospiterà Marcel van Lieshou di Move Mobility, che spiegherà bene come la pianificazione urbana in Olanda ha un enorme impatto sui modelli di mobilità, perché lo sviluppo di una rete strategica inizia con la connessione della pianificazione urbana con quella della mobilità. Paolo Ruffino, consulente della Provincia di Amsterdam, metterà a confronto le esperienze italiane e quelle olandesi per ottimizzare gli investimenti nella costruzione di nuove ciclabili.

Spazio poi al mercato delle e-bike; alle politiche dell'Unione Europea volte a ridurre l'inquinamento e la dipendenza dal petrolio, con l'incentivazione della mobilità elettrica e sostenibile; ai progetti messi in campo per favorire un modello italiano dedicato allo sviluppo di una rete di piste ciclabili, ciclovie e servizi collegati; al design e all'innovazione.

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