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Sostenibilità: la parola chiave della ripartenza

28 ottobre 2020 | 14.56
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Dai trasporti all'agricoltura, il tema al centro del convegno Istud "Green Deal. Idee verdi e Recovery Fund per uscire dal coronavirus"

(Fotolia)
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Puntare sul 'green' per ripartire creando una rete tra aziende, studiosi e professionisti che continuano a fare progressi nella ricerca e produzioni di soluzioni verdi. Sempre avendo ben presente che l’education viene prima del business e che è indispensabile conoscere per investire. E' quanto emerso dal convegno "Green Deal. La sostenibilità aiuta la ripartenza. Idee verdi e Recovery Fund per uscire dal coronavirus", organizzato dalla Fondazione Istud con il patrocinio del ministero dell’Ambiente oggi in diretta streaming online sul sito di AdnKronos.

Il ministro Costa. Dall'incontro sono arrivate proposte al Governo e che il ministro dell'Ambiente Sergio Costa si è detto disponibile ad accogliere per sveltire e snellire il quadro normativo per far sì che la ‘versione green’ decolli. (Il videomessaggio del ministro Costa). A partire dal carburante del futuro che sostituirà la benzina: l’idrogeno e l’elettrico.

La mobilità del futuro, dall'idrogeno all'elettrico. "La filiera industriale dell’idrogeno è assolutamente pronta a investire, anche nei treni - dice Alberto Dossi, presidente del Gruppo Sapio - Ma per fare questo è necessario che il decisore politico supporti con incentivi e defiscalizzazioni, e con un quadro normativo, regolatorio e legislativo chiaro e di lunga durata che sia abilitante per gli investimenti". Occorre puntare sui distributori. La Francia sta investendo 7 miliardi, la Germania 9 miliardi. In Italia al momento abbiamo solo quattro stazioni di rifornimento.

Per Cristiano Musi di Landirenzo Group, "l’idrogeno rappresenta con certezza un’alternativa e fonte tecnologica imprescindibile per la mobilità sostenibile e zero-emission del futuro in ottica 2050, con una penetrazione che riteniamo potrà iniziare già a partire del 2025". Il futuro? "La convivenza di diverse tecnologie diminuzione delle emissioni e rendere green la mobilità. Gas naturale e gas naturale liquefatto e in futuro l’idrogeno sostituiranno il diesel".

Sul tema è intervenuto anche Michele Ziosi, vice presidente Institutional Relations Europe & Amea di CNH Industrial. "La nostra road map tecnologica è verso un diesel pulito e il gas naturale. E’ fondamentale che ognuno faccia la sua parte, che esista un ecosistema per andare verso questa direzione". Antonio De Bellis, eMobility Lead Manager di Abb Electrification Italia, punta sull’elettrico. "Attendere come Italia per implementare seriamente la transizione all’elettrico, vuol dire incrementare il divario con gli altri paesi Ue e non, nonché creare una forte dipendenza da terzi come energeticamente abbiamo sempre fatto. Che si voglia o no, il futuro c’è già ora e si tratta solo di implementarlo gestendo gli effetti". A partire da quelli climatici.

Lo ricorda Valentino Piana dell’University of Applied Sciences Western Switzerland di Valais, secondo il quale i negoziati climatici globali devono raggiungere e superare gli impegni già presi, in modo da favorirne di nuovi ancora più avanzati. "Serve calare del 9% ogni anno le emissioni. Accrescere la capacità di adattamento. Affrontare, anche col settore privato delle assicurazioni, il tema delle perdite e danni climatici", dice.

Anche per il settore del riscaldamento degli edifici, tutt’oggi ancorato all’uso dei combustibili fossili che rappresenta la principale fonte di inquinamento nelle aree urbane, è "possibile avviare una trasformazione verde verso un nuovo modello di città sostenibile a zero emissioni", aggiunge Riccardo Bani, presidente di Teon. La tecnologia c’è, le capacità anche, bisogna rivedere le parti normative rendendole funzionanti.

La parola chiave è responsabilità. Lo hanno ricordato sia Daniela Aleggiani di 3M Italia sia Romano Stefani, direttore commerciale di Dolomiti Energia, portando le esperienze di responsabilità sociale, sostenibilità e le scelte di campo delle proprie aziende, anche durante l'emergenza Covid.

All'ordine del giorno anche il tema 'economia circolare'. Su recupero e riciclo, per Roberto Sancinelli, presidente di Montello, "serve una direttiva europea, coercizione normative, obbligatorietà", ma l’industria italiana, sottolinea Roberto Cavallo, amministratore delegato di Erica "è più avanti di vent’anni rispetto alla normativa, occorre fare sistema intervenendo sulle aree in ritardo. Ad esempio sulle plastiche. Quando hanno chiuso le frontiere cinese ce ne siamo accorti con roghi ovunque. Nell’arco dei due anni scoppierà la ‘bomba’ del tessile. Non abbiamo filiera".

L’agricoltura è un modello circolare, ma la risorsa suolo è quella più danneggiata al momento. Per Carlo Triarico, presidente dell’Associazione agricoltura biodinamica e vice presidente di Federbio, bisognerebbe puntare sull’agricoltura biodinamica "che non ha ancora una legge di settore, e si ritorna alle mancanze normative".

L’Italia potrebbe essere una capo fila con un modello di agricoltura ecologica biodinamica del futuro ma tante le difficoltà. "Nel mondo le rese della superficie arabile dovranno aumentare del 90% ma senza inquinare. Questa rivoluzione agricola avviene pagando un prezzo. La digitalizzazione – ha detto Nicolò Mascheroni Stianti, chief revenue officer di Abaco Group - Non ci possiamo aspettare una digitalizzazione dell’agricoltura in pochi anni. Trasformazione digitale dell’agricoltura che ci aiuta a risolvere il problema ambientale e degli sprechi".

Nelle conclusioni il professor Alessandro Marangoni , ceo di Althesys Strategic Consultants, sintetizza che "il progresso tecnologico, con il calo dei costi dello storage e soluzioni futuribili come l’idrogeno e il p2g, potrà dare una spinta, ma serve creare le condizioni di mercato normative e regolatorie che favoriscano gli investimenti. Diversamente il Piano Energia Clima italiano (che peraltro andrà rivisto alla luce dei nuovi target UE) resterà un libro dei sogni". Insomma il Green Deal, chiude Paolo Peroni di Roedl & Partner, "è la risposta europea ai pericoli generati dal climate change ma è anche una straordinaria opportunità di rilancio dell’economia nella direzione della sostenibilità".

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