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Rifiuti: sfruttare il potenziale energetico, la best practice danese/Focus

28 ottobre 2016 | 17.24
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Rifiuti: sfruttare il potenziale energetico, la best practice danese/Focus

Da 35 anni, la Danimarca è all’avanguardia nella produzione combinata di energia elettrica e termica (Combined Heat Power). In italiano, la cogenerazione. Attento a contenere i costi di riscaldamento naturalmente alti nel nord dell’Europa, il Paese, come gli altri vicini scandinavi, ha precocemente sviluppato un’acuta sensibilità ambientale. Le naturali premesse per politiche atte a promuovere sistemi alternativi per la produzione di energia termica ed elettrica, anche sfruttando il potenziale energetico dei rifiuti.

Non sorprende quindi, e i danesi ne sono fieri, che la più avanzata normativa europea molto debba all’esperienza di Copenhagen in materia. Fin dal 1976, il “Electricity supply act” danese imponeva che tutte le nuove centrali elettriche costruite nel paese integrassero impianti di cogenerazione. Nello stesso senso andava il successivo “Heat supply act” del 1979, che si applicava agli impianti per la produzione di energia termica.

La legge interveniva direttamente sulla pianificazione urbana. I piani regolatori dovevano infatti prevedere, pena il rigetto, adeguati sistemi di cogenerazione, anche alimentati da termovalorizzatori, sistemi di teleriscaldamento previa identificazione degli ambiti territoriali ottimali (zoning). Insomma, la costruzione e il dimensionamento delle infrastrutture e delle reti dipendeva da un’accurata analisi delle condizioni del territorio. In Italia ci saremmo arrivati solo dopo il 2000.

La legge stanziava anche importanti investimenti per la rete di distribuzione del gas naturale. Data la natura e il carattere del sistema danese, non stupisce che il sistema preveda come regola generale per lo sviluppo e la gestione di questi monopoli naturali (le infrastrutture e le reti) la proprietà pubblica. La collettività è, direttamente o indirettamente, proprietaria attraverso gli enti locali o le amministrazioni statali. La norma è prevista a tutela degli interessi collettivi e del singolo consumatore.

Così le reti di riscaldamento sono generalmente di proprietà, in tutto o in parte, dei comuni. Altrettanto può dirsi dei grandi impianti di teleriscaldamento (District Heating) gestiti normalmente da aziende municipalizzate.

Gli impianti di teleriscaldamento di dimensioni più ridotte (piccole o medie) sono spesso detenute direttamente da cooperative di consumatori. I gestori delle reti hanno invece in mano anche la proprietà degli impianti di cogenerazione. La gestione dei rifiuti, come il trattamento delle acque è responsabilità di imprese pubblico-private.

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