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Sostenibilità: Mantova la città più vivibile d'Italia

30 ottobre 2017 | 11.45
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 - 9comeback - Fotolia
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Rifiuti, mobilità, consumi idrici, rinnovabili, rigenerazione e rifunzionalizzazione degli spazi pubblici. Ci sono città in Italia che in quanto a best practice su questi fronti non hanno niente da invidiare alle 'sorelle' europee. La città più vivibile d'Italia? E' Mantova, che si piazza in cima alla classifica di Ecosistema Urbano 2017 di Legambiente, l’annuale rapporto sulle performance ambientali delle città capoluogo, seguita nell'ordine da Trento, Bolzano, Parma, Pordenone e Belluno.

Queste sei città hanno raggiunto e superato gli obiettivi di raccolta differenziata dal decreto Ronchi del 1997 (obiettivi saliti al 65%): Mantova sfiora l’80% di raccolta differenziata e insieme con Trento figura ai primissimi posti anche per quello che riguarda la depurazione dei reflui e il contenimento delle perdite di acqua potabile dalla rete idrica (c’è un tasso di dispersione vicino al 20%), mentre Pordenone è sotto il valore fisiologico del 15%.

Sempre Pordenone (che in tema di verde conta 29 alberi ogni 100 abitanti) e Mantova (32 alberi ogni 100 abitanti) sono nella top ten delle città più alberate. Bolzano, insieme a Mantova, è tra i centri urbani con la più estesa dotazione infrastrutturale per la ciclabilità. A Belluno e Bolzano tira una buona aria: in particolare la città dell’Alto Adige in dieci anni ha ridimensionato del 40% il peso delle polvere sottili.

Non solo piccole città del Nord, bene anche grandi centri urbani come Milano

Un cambiamento che non riguarda solo le medie e piccole città del Nord, ma che coinvolge anche i grandi centri urbani come Milano che nel corso degli anni s’è lasciata alle spalle il fondo della classifica arrivando quest’anno alla 31esima posizione grazie a scelte coraggiose e innovative come l’Area C, il car sharing e potenziando il trasporto pubblico; o Bologna, con una potenza di fotovoltaico su tetti di scuole e uffici pubblici che in numeri assoluti non ha pari in Italia.

In Sardegna, Oristano (al decimo posto della classifica) ricicla più spazzatura (oltre il 70%) di tanti Comuni settentrionali ed è protagonista di un buon incremento del fotovoltaico pubblico. Cosenza (13esima) tra 2011 e 2016 è balzata dal 21% al 53% di raccolta differenziata; Pesaro (24esima) è tra le città dove si notano più passi avanti in particolare nel campo della mobilità nuova con il progetto della Bicipolitana.

La coda della graduatoria ambientale urbana quest’anno vede Enna (104), Brindisi (103), Viterbo (102). Nelle ultime venti posizioni, si trovano anche Napoli (86) e Roma (88) ciclicamente vittime dell’emergenza smog e rifiuti.

Pm10, record negativi a Torino, Frosinone e Milano

Sul fronte aria, per il Pm10 tra 2015 e 2016 scendono da 49 a 36 i capoluoghi che superano per più dei 35 giorni consentiti dalla normativa nell’arco dell’anno il tetto massimo delle polveri sottili. In 6 città si va addirittura oltre il doppio dei giorni di superamento (erano 21 nel 2015) con record negativi a Torino, Frosinone e Milano. Stabili da un anno all’altro le città (sono 26) con situazioni critiche per il biossido di azoto, dove almeno una centralina ha registrato medie annue superiori ai 40 microgrammi/mc.

Quattro Comuni scavalcano il limite di oltre il 50% in almeno una centralina: Torino, Roma, Firenze e Milano. Relativamente all’ozono si riduce a 39 (dalle 59 del 2015) il numero di capoluoghi dove è stata superata la soglia di protezione della salute umana e rimangono due situazioni allarmanti (Genova e Alessandria) con dati superiori al triplo del valore soglia.

Per il rumore, invece, non ci sono dati pubblici aggiornati sufficienti per un confronto e una valutazione approfondita. La legge quadro sull’inquinamento acustico del 1995 ha previsto l’obbligo per i Comuni di realizzare un piano di classificazione acustica del proprio territorio, prologo delle necessarie azioni di risanamento. Dopo 20 anni c’è ancora un 75% dei Comuni che non solo non ha abbassato il rumore, ma non ha nemmeno approvato il piano. Legambiente nel 2017 ha riscontrato eccessivi livelli di rumorosità nell’80% dei rilevamenti effettuati in 11 città campione.

Acqua, solo sei città disperdono meno del 15%

Nel 2016 sono 17 i capoluoghi con perdite idropotabili superiori al 50%, con punte di oltre il 60% a Frosinone, Vibo Valentia, Campobasso, Latina, Nuoro e Oristano. Come lo scorso anno sono soltanto 6 le città virtuose che riescono a contenere le perdite a meno del 15% (Monza, Foggia, Macerata, Lodi, Ascoli, Pordenone). Sul lato depurazione, sono 4 le città che non raggiungono il 50% di scarichi trattati in impianti idonei: Palermo, Treviso, Catania e Benevento.

Nel 2016 si è registrato un incremento del +2,27% della raccolta differenziata passata dal 45,15% del 2015 al 47,42% del 2016. A Pordenone (86,6%), Treviso (85,3%), Trento (81,6%) la migliore gestione dei rifiuti. Per il sud la migliore è Benevento. Male invece Palermo, Enna, Caltanissetta, Agrigento e Siracusa che sono sotto il 10%.

Mediamente le città italiane più grandi producono più rifiuti rispetto alla media europea, ma le percentuali di raccolta differenziata sono quasi sempre migliori: Torino e Milano, ad esempio, avviano a riciclaggio una quantità di spazzatura quattro volte maggiore di quella di Madrid o Parigi.

Bolzano, Pesaro, Ferrara tra le città più bike friendly

Le città dove si usa di più il trasporto pubblico sono Venezia e Milano tra i grandi centri urbani; Brescia, Trento e Cagliari tra quelli di medie dimensioni; Siena e Belluno tra le città con meno di 80mila abitanti. Ci sono poi diversi centri urbani che cominciano a praticare forme di mobilità nuova: a Bolzano, Firenze, Pisa, Torino, Milano, Bologna, Venezia, Ferrara più del 50% degli abitanti cammina, pedala, usa i mezzi pubblici. La sharing mobility è una realtà per un milione di italiani. Firenze, Milano e Torino sono le città con la maggiore offerta di mobilità condivisa.

Quelle invece più bike friendly, dove più di un cittadino su cinque utilizza preferibilmente la bici per spostarsi, sono Bolzano, Pesaro, Ferrara, Treviso, Reggio Emilia. Quest’ultima nel 2016 si conferma la città con più infrastrutture per la ciclomobilità, insieme a Cremona e Mantova. L’estensione delle isole pedonali nei Comuni capoluogo, negli ultimi tre anni di rilevazione, risulta stabile intorno a 0,40mq per abitante. Le città che hanno un valore almeno doppio rispetto alla media sono 12: le più 'camminabili', oltre al caso particolare di Venezia, sono Verbania, Terni, Lucca, Cremona, Firenze e Pescara.

Ma l’auto resta ancora il mezzo di trasporto più ingombrante come si evince dal tasso medio di motorizzazione: 624 auto ogni 1000 abitanti, (a Madrid sono 411, a Berlino 392, a Londra 331 e a Parigi appena 166). Oltre al Venezia (424 auto ogni 1.000 abitanti), solo a Genova e La Spezia si registra un tasso inferiore o uguale a 500 auto per 1.000 abitanti, seguite da Milano, Firenze, Bologna e Trieste.

Verde urbano, 21 città con più di 20 alberi ogni 100 abitanti

Energia pulita: per la diffusione del solare termico e fotovoltaico installato su strutture pubbliche brillano Padova, Macerata, Pesaro e Verona. Infine gli alberi: a quattro anni di distanza dall’approvazione della legge nazionale 10/2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), soltanto il 62% dei capoluoghi è stato in grado di fornire un bilancio del numero di alberi esistenti in aree di proprietà pubblica (strade e parchi).

Nonostante un tasso di risposta ancora insoddisfacente ci sono 21 città che presentano una dotazione superiore a 20 alberi/100 abitanti e le 6 migliori superano i 30 alberi/100 abitanti (Bologna, Mantova, Rimini, Arezzo, Modena, Brescia).

"E' fondamentale che a livello nazionale venga definito un piano per le città metropolitane che garantisca investimenti economici e politiche coerenti per sostenere i comuni virtuosi ma, anche e soprattutto, per colmare vuoti di competenze e di volontà politica che stanno condannando, ad esempio, il nostro Paese a soffocare nello smog", dichiara la presidente di Legambiente Rossella Muroni presentando oggi Ecosistema Urbano 2017 a Milano.

Servono scelte coraggiose in grado di coinvolgere i cittadini

Milano che "è l’unica città italiana insieme ad altre 11 metropoli ad aver preso impegni concreti per città più verdi e sane, con zone a zero emissioni e libere dalle energie fossili entro il 2030", aggiunge Muroni chiedendo alle altre città di seguire questi esempi virtuosi e mobilitarsi con idee capaci di coinvolgere i cittadini con scelte coraggiose "come è avvenuto per l’Area C di Milano e la Bicipolitana di Pesaro e come potrebbe accadere se venissero realizzate tante opere pubbliche di qualità e utili come il Grab, il Grande Raccordo Anulare delle Bici di Roma”.

L’incontro di oggi a Milano è stato anche l’occasione per presentare alcune nuove infrastrutture urbane già realizzate o da realizzare come la tramvia di Palermo, la linea T1 della tranvia di Firenze, la stazione Toledo della metro di Napoli, quella di San Giovanni della metro C, il Grab+ di Roma o la M4 di Milano.

In Ecosistema Urbano il punteggio viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi nei 16 indicatori considerati dal rapporto che coprono sei principali tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Il rapporto è realizzato con il contributo scientifico dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore.

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