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Sostenibilità: in Trentino la prima azienda apistica certificata Pefc

13 gennaio 2016 | 17.33
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APICOLTURA IN CITTA', ASSOCIAZIONE NOCETUM IN VIA SAN DIONIGI 77; NELLA FOTO UN FAVO CON LE API CHE RIPARANO UN PICCOLO DANNO ALLA STRUTTURA (Nicola Marfisi / Fotogramma, MILANO - 2012-03-03)  - FOTOGRAMMA
APICOLTURA IN CITTA', ASSOCIAZIONE NOCETUM IN VIA SAN DIONIGI 77; NELLA FOTO UN FAVO CON LE API CHE RIPARANO UN PICCOLO DANNO ALLA STRUTTURA (Nicola Marfisi / Fotogramma, MILANO - 2012-03-03) - FOTOGRAMMA

Fare impresa puntando sulla qualità e su un circolo virtuoso positivo per il tessuto produttivo del territorio, che sia anche una forma di tutela per il patrimonio ambientale. È nata così la Casa dell'Ape, diventata ufficialmente la prima (e finora unica) azienda di costruzioni apistiche al mondo che possa fregiarsi del marchio Pefc, lo schema di certificazione per la gestione forestale sostenibile più diffuso a livello italiano e internazionale.

Al centro di questa storia ci sono le api della trentina Val di Sole e una famiglia di Ortisè che le alleva per produrne il miele da usare in casa durante l'anno. Dall'abitudine di costruirsi in proprio le arnie dove mettere a dimora gli operosi insetti, nel 2002 l'idea di costruirne un numero maggiore aprendo una vera attività commerciale.

La strategia imprenditoriale è di utilizzare materie prime di qualità, perché da esse dipende anche il livello qualitativo del miele e degli altri prodotti delle api. “Ecco perché mi sono sempre rifornito da un produttore di semilavorati della mia stessa valle che utilizza legno proveniente dalla Val di Fiemme, dalla Val di Fassa e dai boschi del Cansiglio", spiega afferma Franco Tripodi, titolare dell'azienda Casa dell'Ape. Tutte realtà già certificate PEFC, a garanzia del corretto utilizzo del patrimonio boschivo.

“Proprio da lì mi è venuto in mente di far ottenere la certificazione anche alla mia azienda, passaggio ancor più semplice per me visto che utilizzo solo legno certificato”, aggiunge l'imprenditore. Troppo rischioso utilizzare legno proveniente dall'estero. “Conosco altri rivenditori che vendono arnie già pronte, realizzate con scarti di bancali usati. Si può facilmente immaginare quanto questo possa incidere sulla qualità del miele che vi viene depositato”.

La scelta si è presto rivelata vincente. Soprattutto perché ha aperto la Casa delle Api ai clienti esteri. “In Europa, molti clienti sono attenti alla presenza o meno di una certificazione credibile che assicuri la qualità dei materiali. Averla mi ha permesso di creare contatti importanti durante le fiere alle quali ho partecipato”.

Strategia che completa una originale filiera locale del miele. Già da un paio d'anni infatti, nei boschi del Cansiglio la Rigoni di Asiago produce l'unico miele certificato Pefc al mondo. Un progetto ambizioso messo in campo in collaborazione con Veneto Agricoltura e con l’Apat, la maggiore associazione di apicoltori locali, che ha vinto il bando indetto dall'azienda regionale delle foreste, per la gestione e lo sfruttamento dei 500 alveari collocati nell'area.

“Queste due storie – commenta Antonio Brunori, segretario generale del Pefc Italia – dimostrano come da un'iniziativa imprenditoriale che punta sull’economia circolare attraverso l’ambiente e la sua gestione sostenibile possano uscire solo vincitori e nessun vinto".

"Vincono tutti i soggetti della filiera bosco-legno, dai gestori forestali ai produttori di semilavorati, ai trasformatori. Vince un'azienda italiana impegnata nell'alimentazione di qualità. Vincono le comunità locali che vedono trasformare il proprio territorio in un valore aggiunto per le loro produzioni. Vincono i decisori pubblici - conclude Brunori - che hanno la garanzia di un territorio in salute, ben gestito e quindi a minor rischio di abbandono e di dissesto idrogeologico”.

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