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Mobilità: studio, ancora lontana 'svolta elettrica' delle flotte aziendali

27 ottobre 2016 | 13.19
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(Fotolia)
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Ancora lontana la 'svolta elettrica' delle flotte aziendali. Pesano la limitata durata delle batterie, i costi elevati per l’acquisto e dei canoni di noleggio, i tempi di ricarica ancora non in linea con le esigenze aziendali e, non ultimo, le car policy delle stesse imprese che non premiano queste scelte di mobilità sostenibile. Sono questi i principali risultati della ricerca 'Le flotte aziendali verso una svolta elettrica… ancora lontana', promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, in collaborazione con Sumo Publishing e con il patrocinio di Cei Cives - Commissione Italiana Veicoli Elettrici Stradali a Batteria, Ibridi e a Celle a Combustibili.

La ricerca ha preso in considerazione una flotta campione di 60 grandi aziende appartenenti a diversi settori (energia, grande distribuzione, enti pubblici, commercio, trasporti, ecc…), con oltre 52mila veicoli aziendali complessivi e si è focalizzata sull’attuale e potenziale futuro impatto della mobilità elettrica sui parchi auto di medie e grandi imprese.

Nonostante i numerosi investimenti sui veicoli elettrici (ev) e le presentazioni nel corso dei principali saloni automobilistici, l’elettrico in Italia resta un business di nicchia (1.287 veicoli immatricolati nei primi 9 mesi del 2016), in cui le flotte aziendali, e il noleggio in particolare (692 veicoli immatricolati nei primi 9 mesi del 2016, il 54% del totale), già oggi rivestono un ruolo da protagonista.

Se oggi il numero di vetture elettriche nei parchi auto aziendali è decisamente limitato, esiste un ampio potenziale per questi modelli, se si considera che il 45% dei veicoli delle aziende intervistate percorre meno di 100 Km al giorno, mentre il 55% ne percorre tra i 100 e i 200 km. Il dato apre più di uno spiraglio, se si pensa che l'autonomia media dei ev sta oggi progressivamente aumentando e comunque mediamente già supera i 100 km percorsi dal 45% dei driver.

Il diesel si conferma l’alimentazione 'regina' delle flotte con l’88% del totale. Il dato interessante riguarda però la pur graduale crescita delle motorizzazioni alternative che in totale rappresentano il 9% dei parchi auto aziendali, con il metano al 4,5%, il gpl al 3,5%, ibride ed elettriche ferme all’1%. Non mancano casi di avanguardia, come quello di un'azienda del food&beverage che può contare 111 veicoli elettrici su una flotta totale di 163.

Ma perché le aziende e soprattutto i driver sono ancora restii ad attivare soluzioni per sostituire i veicoli aziendali tradizionali con quelli elettrici? Le principali ragioni restano incentrate sulla limitata autonomia (indicata dal 43% dei driver) e sulla rete di alimentazione distribuita a macchia di leopardo sul territorio (lo segnala il 25% e la percentuale cresce sensibilmente nel Centro-Sud) e sui tempi di ricarica ancora non ottimali (10%).

Altro elemento di novità che emerge dall’analisi riguarda le perplessità sul rapporto costi/benefici: i prezzi di questi veicoli sono alti, così come i canoni di noleggio (11%), senza contare che chi predilige una vettura elettrica si confronta con una ridotta gamma di modelli/versioni con optional limitati rispetto alla scelta diesel/benzina.

Mancano anche gli accordi con le utility. Delle sole aziende che hanno dichiarato di avere ev in flotta, solo il 23% ha stretto accordi con le Utility dell'energia. La maggior parte si affida solo alla rete pubblica dei punti di ricarica (complessivo 63%, di cui il 18% dichiara di lavorare a un accordo) oppure si è attrezzata per la produzione di energia fotovoltaica (9%), per rendersi indipendente; una quota ridotta, il 5%, può contare su colonnine installate direttamente dalla società di noleggio, a seguito di specifici accordi.

"Sono ancora diversi gli step da compiere per vedere crescere significativamente il numero dei veicoli elettrici nelle flotte aziendali - commenta Riccardo Vitelli, presidente di Top Thousand - C’è bisogno che tutti gli attori facciano la propria parte: le case auto attraverso il lancio di un maggior numero di modelli a prezzi più contenuti e che permettano percorrenze più rilevanti, le istituzioni, attraverso l’ampliamento dell’attuale rete di rifornimento su tutto il territorio nazionale, gli operatori di noleggio con canoni più sostenibili; non ultimo, i mobility manager dovranno prevedere car policy più premianti per i driver che scelgono questa opzione".

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