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Sostenibilità: sport e wellness in azienda, e crolla l'assenteismo

16 maggio 2018 | 12.38
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(Fotolia)
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Pausa pranzo in scarpe da running, spinning invece delle quattro chiacchiere alla macchinetta del caffè, una seduta di yoga prima della riunione e in mensa menù salutari e piatti calibrati con la consulenza del dietologo. Salute psicofisica e wellness entrano in azienda: una recente ricerca di Top Employers Institute evidenzia l'impegno delle imprese in questo ambito con cifre in crescita da un anno all’altro. Scelta che paga, perché qui crolla l'assenteismo e i dipendenti si sentono più coinvolti.

Nel 2018, il 77% delle aziende ha, al suo interno, un Programma Benessere ben definito (erano il 71% l’anno scorso) e ben il 71% dei dipendenti sono formati in merito alle offerte di benessere disponibili, il 10% in più rispetto al 2017. L’offerta è variegata, e comprende non solo agevolazioni e rimborsi per iscrizioni a palestre o centri fitness nel 58% delle aziende (+12% rispetto al 2017), ma anche strutture per il benessere interne all’azienda nel 51% (rispetto al 42% dell’anno scorso) e strutture sportive in sede nel 37% (erano il 29% un anno fa).

Strettamente correlate ai programmi di fitness e attività sportiva sono anche le iniziative di benessere ad ampio raggio, che vanno a integrare i programmi di screening sanitario, presenti nel 78% delle aziende.

Molta attenzione è riservata alle postazioni di lavoro, con interventi e supporti ergonomici nell’89% dei casi. E la tutela della salute passa anche dai programmi per la gestione dello stress nel 72% e per l’ottimizzazione della gestione del tempo nel 69%. I programmi per aiutare a smettere di fumare sono presenti nel 22% e quelli di consulenza dietologica per affiancare chi vuole perdere peso nel 16%. Infine, nel 50% delle aziende sono presenti anche sportelli di consulenza personalizzata e nel 36% c’è a disposizione un consulente di fiducia.

L’investimento in benessere si rivela vincente anche da un punto di vista economico, perché si traduce in un abbattimento del tasso di assenteismo che, nelle aziende attente al fitness, si attesta sul 4%, ovvero la metà del tasso medio (8%) riscontrato nelle aziende italiane con oltre 250 dipendenti.

"Dalle strutture sportive in sede, ai corsi di yoga, pilates o zumba durante la pausa pranzo, ai gruppi di corsa a fine giornata lavorativa, sempre più le attività di benessere vogliono essere un volano di socializzazione all’interno delle aziende e un’offerta ad alto valore aggiunto per chi ne usufruisce - dice Massimo Begelle, Deputy Country Manager Italia di Top Employers Institute - Le aziende affrontano investimenti importanti e ottengono non solo un ritorno economico con l’abbattimento del tasso di assenteismo, ma anche un significativo aumento dell’engagement, che assume un forte valore strategico e competitivo".

Qualche esempio? Ecco cosa succede in due aziende certificate Top Employers 2018. AstraZeneca ha attivato i 'Mercoledì della salute' con gruppi di corsa e camminata e convenzioni con palestre e piscine, e due volte a settimana per i dipendenti sono disponibili cesti di frutta fresca per un consumo medio di 50 kg.

iGuzzini, con il programma WCM, ha realizzato postazioni ergonomiche adattabili alle caratteristiche di ogni singolo operatore. E c'è l’Accademia del movimento, struttura per l’allenamento e la riabilitazione con l’assistenza di esperti. Inoltre, è presente anche un programma dedicato ai figli dei dipendenti, implementato insieme alla Recanatese Calcio e al Circolo Tennis Francesco Guzzini che mette in relazione attività sportiva e impegno scolastico e prevede, oltre al coinvolgimento di esperti di crescita e scienze motorie, anche la presenza di nutrizionisti, psicologi e sociologi.

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