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Intesa Sanpaolo e Caritas Italiana, insieme contro la povertà

25 novembre 2020 | 12.32
LETTURA: 3 minuti

(Elena Jacobs, Intesa Sanpaolo_credits Eleonora Mugheddu)
(Elena Jacobs, Intesa Sanpaolo_credits Eleonora Mugheddu)

Beni e aiuti materiali, ma non solo: c'è il tema della casa, dell'accoglienza, del lavoro. "Perché il Covid ha colpito duramente, tantissime persone hanno perso il lavoro e con Caritas Italiana stiamo cercando di dare una risposta concreta". Così Elena Jacobs, responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo, racconta all'AdnKronos il progetto “Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità” nato dall'accordo di collaborazione con Caritas Italiana, una partnership a supporto delle Diocesi italiane che svolgono un’importante funzione di contenimento dei bisogni sociali nei territori soprattutto.

Come nasce il progetto? In questo periodo difficile "abbiamo ricevuto, come banca, tantissime richieste di aiuto da parte delle diocesi e ci siamo chiesti quale fosse il criterio per aiutarne una piuttosto che un’altra", spiega Jacobs. Dal confronto con Caritas Italiana si è quindi deciso di lavorare insieme, facendo in modo che le diocesi si rivolgano direttamente alla Caritas in qualità di 'braccio operativo' dell'accordo "perché è Caritas che sa dove intervenire e dove c'è più bisogno".

Intesa Sanpaolo collabora e sostiene Caritas Italiana dal 2018 con interventi strutturali e progetti importanti; ora, con questo ulteriore tassello rappresentato da "Aiutare chi aiuta", si vogliono individuare altri importanti interventi di contrasto alla povertà sui territori. "Abbiamo quindi siglato questo accordo della validità di 12 mesi, si concluderà a luglio 2021 - continua Jacobs – che mette a disposizione 1,5 milioni di euro. Una cabina di regia composta da Caritas Italiana e Intesa Sanpaolo valutare, monitora e implementa i progetti proposti dalle diocesi attraverso un bando. Ogni progetto può essere sostenuto entro un tetto massimo di 100mila euro".

Come capire dove è meglio intervenire e cosa è più importante? Per farlo, Intesa Sanpaolo e Caritas uniscono le forze, tra dati, ricerche e punti di ascolto, per rispondere alle priorità effettive. Non solo: "nell’ambito dell’accordo ci siamo dati obiettivi di monitoraggio: aiutiamo le diocesi locali a intervenire anche secondo un piano di implementazione e di lavoro; laddove ci possono essere difficoltà offriamo supporto; facciamo un monitoraggio dei tempi di realizzazione e chiediamo di rendicontare gli interventi".

Nessun dubbio sulla capacità progettuale. "Le diocesi sanno bene quali sono le emergenze, il Covid ha fatto esplodere nuove povertà ed èben chiaro ciò che serve".

Un progetto della durata di 12 mesi, è replicabile? "Il Piano d’Impresa 2018-2021 ha davanti a sé ancora un anno di vita e per tutto il 2021 abbiamo l’obiettivo di focalizzarci sul programma per i bisognosi che vuole rispondere alle esigenze primarie delle persone. Intendiamo continuare a lavorare insieme. Che sia un'estensione di questo progetto o altre idee come è avvenuto con il progetto Golden Links, sicuramente al fianco di Caritas Italiana e con tutte le realtà del Terzo Settore con cui abbiamo lavorato finora".

Il progetto. Nel solco dell’impegno straordinario a contrasto dell’emergenza sanitaria, attraverso “Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità”, Intesa Sanpaolo sostiene con 1,5 milioni di euro le iniziative delle Diocesi selezionate da Caritas Italiana. I fondi messi a disposizione dalla Banca saranno assegnati per fornire: beni e aiuti materiali ai bisognosi, con particolare riguardo all’offerta di pasti, indumenti e farmaci; casa e accoglienza per chi si trova in difficoltà abitativa; sostegno nella ricerca di lavoro e avviamento di nuove imprese per persone in difficoltà.

L’esperienza di Caritas Italiana e l’impegno di Intesa Sanpaolo nel perseguire gli obiettivi di impatto sociale del proprio Piano d’Impresa, hanno permesso di individuare criteri specifici di valutazione e selezione dei progetti come il raggiungimento del maggior numero di aree di intervento e di persone in condizione di fragilità non supportate da altre iniziative nazionali o territoriali; la capacità di rappresentare un modello replicabile di sostegno al territorio, con attenzione alla sostenibilità dal punto di vista sociale, ambientale ed economico; una pianificazione temporale certa, con obiettivi definiti e costi sostenibili

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