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Sostenibilità: industria italiana plastiche in cammino verso la circular economy

05 aprile 2019 | 15.56
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(Fotolia)
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Un percorso per l’industria italiana della plastica capace di coniugare crescita economica, innovazione e sostenibilità ambientale e sociale, che si snoda attraverso il massimo impegno per l’impiego di plastica riciclata di qualità, la formazione degli addetti del settore sulla progettazione sostenibile dei prodotti e un accompagnamento delle imprese alla industrializzazione sostenibile. Questa la piattaforma di lavoro lanciata oggi da Federazione Gomma Plastica e Unionplast con la prima conferenza nazionale sul futuro sostenibile delle plastiche tenutasi a Milano presso la sede de Il Sole 24 Ore.

Il settore della trasformazione della plastica in Italia ha un valore di oltre 30 miliardi di euro; nel 2018 sono state trasformate circa 6.8 milioni di tonnellate di resine termoplastiche delle quali circa il 15%, ovvero 1 milione di tonnellate, sono plastiche riciclate provenienti dall’economia circolare. Un trend, quest'ultimo, in aumento, come confermato da Ippr-Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo, che in 14 anni ha portato alla certificazione a marchio 'Plastica Seconda Vita' 3095 prodotti incorporanti una media del 90% di plastica riciclata, di cui 1.600 solo negli ultimi due anni.

Ippr ha promosso un’indagine su 60 soggetti della filiera italiana, dalle aziende di prima trasformazione alla Gdo, sugli ostacoli da superare per migliorare l’economia circolare, tra cui spiccano la scarsa informazione dei consumatori sulla qualità dei materiali riciclati, una visione distorta circa gli impatti ambientali delle materie plastiche, il rafforzamento del Gpp (gli acquisti verdi della Pa) e le politiche di approvvigionamento della Gdo.

Sul fronte economico rappresentano una barriera l’incomprimibilità dei costi fissi per i riciclati, la disparità di costi di acquisto di rifiuti selezionati, la poca disponibilità di materiale riciclato di qualità con costi artificiosamente alti rispetto al materiale vergine. Le direttive sull’economia circolare non sono giudicate aderenti all’effettiva situazione di mercato e tecnologica e la normativa per le plastiche monouso è giudicata un’azione che difficilmente contribuirà a risolvere le criticità dell’inquinamento ma che al contrario potrebbe portare ad una demonizzazione di alcuni settori merceologici.

Accordo unanime si registra su misure di agevolazione fiscale come il credito d’imposta per promuovere l’impiego di plastiche riciclate, la riduzione/esenzione dei contributi ambientali, riduzioni dell’Iva sul prodotto finale o strumenti di finanza agevolata per la ricerca sulle frazioni plastiche ad oggi ancora non riciclate.

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