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Boom di annunci, in tre anni 23 milioni in Italia con Airbnb

16 aprile 2019 | 14.13
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Matera, meta trend della primavera (Fotogramma)
Matera, meta trend della primavera (Fotogramma)

"L’Italia rappresenta il terzo mercato al mondo dopo Usa e Francia per numero di annunci. A oggi siamo intorno a 400mila, di cui il 75% inerenti a case intere e il 25% a stanze singole. Lo scorso anno 9 milioni 600mila persone hanno scelto Airbnb per soggiornare in Italia. Nel 2016 il guadagno complessivo degli host italiani è stato di 621 milioni di euro".

Matteo Frigerio, ad Airbnb Italia, racconta all'Adnkronos numeri e formula di Airbnb: "Dal 2008, anno in cui è stata fondata, oltre 500 milioni di ospiti hanno scelto di viaggiare nel mondo soggiornando con Airbnb, con ben 23 milioni di viaggiatori accolti in Italia nel solo triennio 2016-2018".

"Oggi, sei viaggiatori al secondo effettuano un check in su Airbnb, e in tutto il mondo sono presenti oltre sei milioni di annunci in 191 Paesi e 81.000 città. Dal 2008 gli host hanno guadagnato, in totale, 65 miliardi di dollari, i superhost 8,94 miliardi, di cui 1,47 solo nel 2018", continua Frigerio.

L'offerta della piattaforma propone una formula turistica peculiare. "Chi sceglie Airbnb è interessato a vivere esperienze speciali e di qualità nella città di cui diventa, diversamente dall’escursionista giornaliero e dai passeggeri dei torpedoni del turismo di massa, un 'cittadino temporaneo'. Airbnb rappresenta una soluzione al mordi e fuggi", spiega. E più nel dettaglio: "Il viaggiatore si sposta in piccoli gruppi (2,6 persone di media), soggiorna più a lungo degli ospiti della ricettività tradizionale (3,6 nel 2017 la media del numero di notti in Italia, contro il 2,95 della ricettività tradizionale), fa acquisti presso esercizi locali e in particolare in quelli del quartiere dove soggiorna".

Su questa offerta si disegna, di conseguenza, l'identikit di chi sceglie questo tipo di soluzione per viaggiare (o ospitare), sia per turismo che per lavoro. "Il 70% dei viaggiatori di Airbnb - spiega Frigerio - appartiene alla generazione dei millennial, mentre per quanto riguarda gli host potremmo dire che l’home sharing non ha età: è la fascia over 60 a crescere di più fra chi affitta casa. Un segmento importante dell’offerta è adatto anche per chi viaggia per lavoro. L’incidenza del business travel è in costante crescita e ha già raggiunto la doppia cifra. Lo scorso settembre oltre 700mila aziende avevano utilizzato Airbnb for Work per le trasferte dei loro dipendenti".

Quanto alla concorrenza, continua, "crediamo che i viaggiatori che optano per il soggiorno in casa e quelli che scelgono l’hotel siano pubblici diversi e perciò completamente compatibili. Senza contare che in alcune località, remote o semplicemente al di fuori dei circuiti turistici tradizionali, il problema non si pone nemmeno: la ricettività tradizionale non è presente, e anche con la crescita degli arrivi internazionali e la progressiva dispersione dei flussi l’investimento immobiliare per un nuovo hotel non si giustificherebbe".

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