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Sostenibilità: a Ossana il supermercato senza plastica, solo sfuso e locale

12 giugno 2019 | 18.11
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Sostenibilità: a Ossana il supermercato senza plastica, solo sfuso e locale

Niente confezioni di plastica, obbligo di vendere la maggior parte di prodotti sfusi e provenienti in larga parte da massimo 110 chilometri. E' il supermarket a basso impatto di Ossana, borgo di Ossana nella trentina Val di Sole, dove il Comune ha assegnato un immobile di sua proprietà a una giovane imprenditrice, proprio con questo obiettivo. Il supermercato green di Ossana aprirà a fine mese e offrirà quasi esclusivamente prodotti sfusi, realizzati da aziende locali, il tutto senza sacchetti di plastica, neanche quelli compostabili.

L'idea è partita dal Comune di Ossana che da anni sta realizzando una serie di scelte per ridurre la propria impronta ecologica. “Dovevamo assegnare un locale di proprietà comunale a Fucine, una frazione del nostro Comune, attraverso un bando di gara - spiega il sindaco Luciano Dell'Eva - Per questo ci siamo chiesti: perché non cogliere l'occasione per assegnalo a chi voglia trasformarlo in un punto vendita in grado di essere strumento di valorizzazione del nostro territorio?”.

Da qui l'idea del bando con vincoli precisi: obbligo di vendere i prodotti alimentari secchi o senza confezionamento in plastica o altro materiale (per una quota di almeno il 70%) o usando vetro (per almeno il 20%). La soglia sale ad almeno il 90% per i prodotti liquidi (olio, vino e altre bevande) che, in più, per il 75% dovranno essere stati prodotti o trasformati entro 110 chilometri dal punto vendita. Norme analoghe anche per il banco frigo (90% dei i prodotti sfusi o in vetro e l'80% dovrà provenire da massimo 40 chilometri di distanza) e per quelli ortofrutticoli freschi o trasformati come salse, sughi, creme e marmellate (90% sfusi o in vetro, dei quali 70% entro i 40 km e 20 entro i 110 km).

Inoltre, per i prodotti destinati alla pulizia e all'igiene, oltre ai requisiti dell'assenza di packaging e della provenienza territoriale, è stato inserito un obbligo di venderli in maxi-confezioni di vetro o alluminio per almeno il 20% del totale. Per trasportare la spesa poi tutti i contenitori dovranno essere realizzati in carta, stoffa o altro tessuto riutilizzabile.

Ad aggiudicarsi il bando è stata la titolare di un'azienda agricola biologica della zona, Patrizia Pedergnana, che si è messa in rete con altri produttori locali, come il giovane Giacomo Bertolini che produce piccoli frutti, e Marina Panizza che produce aceto di mele selvatiche e raccoglie erbe spontanee. Nella sua azienda da tempo produce tipicità agricole locali, “compresi i famosi crauti di montagna” spiega Patrizia. In più, insieme a un'associazione locale, è diventata “Custode dei semi” per salvarli dall'estinzione.

Per lei, il nuovo supermarket è un passo in più verso il suo obiettivo: “Creare un piccolo agrodistretto biologico a chilometro zero, ai piedi delle vette alpine dell'Ortles Cevedale”. Intanto, il nuovo supermercato diventerà anche un riferimento per una serie di servizi che facilitano la vita della popolazione: free wi fi, servizio di prenotazione visite specialistiche, servizio di stampa dei referti medici e di assistenza all'accesso della cartella clinica elettronica, punto di recapito dei medicinali inviati dalle farmacie dei comuni limitrofi, servizio di consegna della spesa a domicilio.

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