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Prandini: "Progetto Africa offre opportunità oltre nostri confini"

04 dicembre 2019 | 14.13
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Ettore Prandini (Fotogramma)
Ettore Prandini (Fotogramma)

Parte dal Ghana con il centro di formazione agraria Okuafo Pa, a Dormaa East, nella regione di Bono, il ‘Progetto Africa’, per iniziative di sviluppo sostenibile delle economie locali. "E’ un progetto particolarmente rilevante in quanto per la prima volta soggetti di carattere diverso si mettono insieme per dare un'opportunità a persone in difficoltà al di fuori dei nostri confini", dice all’Adnkronos il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Presentato al forum di Cernobbio a ottobre, il Progetto Africa vede coinvolti insieme a Coldiretti, Eni e Bonifiche ferraresi. Il campus di Okuafo Pa è stato inaugurato la scorsa settimana alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, della presidente di Eni Emma Marcegaglia, dal primo ministro del Ghana Yaw Osafo-Marfo e dall'ad di Eni Claudio Descalzi. E, nel corso dell'evento, Eni e Cassa Depositi e Prestiti, nella veste di Istituzione finanziaria per la cooperazione internazionale allo sviluppo, hanno firmato un Accordo di Cooperazione.

Il centro di formazione si estende su 40 ettari e comprende laboratori sperimentali ed aree agricole; fornirà formazione professionale a 800 studenti all’anno in ambito agricolo, agroalimentare e zootecnico.

"Il Progetto Africa parte oggi in Ghana ma ha anche l’obiettivo di estendersi ad altri Paesi del Continente. Il primo passaggio è quello della formazione rivolta a ragazzi al di sotto dei 30 anni con un impegno formativo ma anche creando un meccanismo grazie al quale possono avere superfici, messe a disposizione dal loro governo, e diventare imprenditori veri e propri con una capacità di carattere produttivo", racconta Prandini.

"Interesse del nostro Paese è anche quello di portare tutta la tecnologia che possiamo mettere a disposizione sia per quanto riguarda la linea del freddo, perché il problema che abbiamo in questi Paesi è la conservazione del prodotto, sia per quanto riguarda tutte le fasi di coltivazione, lavorazione e produzione", aggiunge.

Con il progetto in Ghana "più soggetti di carattere economico italiani per la prima volta si approcciano ad una nuova opportunità che viene data a queste popolazioni sui loro territori", continua Prandini spiegando che il ruolo di Coldiretti è quello relativo "all’aspetto formativo: portare l’esperienza che ha contraddistinto anche la storia stessa della Coldiretti alla sua nascita".

Si tratta di "creare proprietà per i singoli imprenditori utilizzando terreno che viene messo a disposizione dal governo del Ghana, con la realizzazione anche di consorzi o cooperative, e arrivare a far sì che quello che producono non gli venga portato via. Per creare un’economia che resti su quel territorio".

"Per quella che è la nostra storia, la nostre tradizioni, per ciò a cui si ispira Coldiretti, anche alla Chiesa cattolica, riteniamo che sia esattamente quello che deve essere fatto per dare una vera opportunità di vita, diversa rispetto a quella che hanno avuto fino ad oggi, a queste popolazioni all’interno del loro Paesi", conclude.

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