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Coronavirus: panificatore, 'triplicate richieste a domicilio, lavoro 12 ore al giorno'

25 marzo 2020 | 12.57
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Coronavirus: panificatore, 'triplicate richieste a domicilio, lavoro 12 ore al giorno'

"Lavoro dalle 10 alle 12 ore al giorno, ma quello che ho provato, lo sguardo di alcuni anziani colmo di gratitudine che mi accoglie quando consegno il pane, la gioia dei bambini quando arrivo con la spesa a domicilio, non li dimenticherò per tutta la mia vita". A raccontarlo è Matteo Cunsolo, 39 anni, panificatore de La Panetteria di Parabiago (Milano), presidente dell’Associazione Panificatori Confcommercio di Milano e Province, che si sveglia ogni mattina alle 5 per preparare il pane da consegnare, gratuitamente, a domicilio.

Una volta terminata la lavorazione e la produzione, inizia a preparare i sacchetti di generi di prima necessità da consegnare a domicilio, aiutato dalla mamma e dalla moglie. Le due figlie di 9 e 5 anni, sono al sicuro a casa con il nonno.

Poi, al pomeriggio Cunsolo si reca a fare la spesa per la materia prima, e fino a tarda notte, avvia l’organizzazione delle consegne, a seconda delle zona, attraverso un apposito programma. Sì perché le richieste sono praticamente triplicate da quando ha avviato la consegna, senza spese aggiuntive, della spesa a domicilio, chiedendo la collaborazione anche di Giovanni e Piergiuliano Di Rossi di “Parma a Tavola”, specializzato nella vendita di formaggi, salumi e prodotti tipici.

"Le richieste sono aumentate del 60%: dalle 20 della settimana del 10 marzo, a circa le 60 attuali - racconta - Tant’è che per la consegna, per riuscire a soddisfare tutte le richieste entro le 13.00 di ogni giorno, abbiamo avviato la collaborazione con Assixto di Parabiago, una rete nazionale di servizi alla persona".

Le richieste di spesa a domicilio riguardano tutte le fasce di età. Sono richiesti soprattutto pane, farina e lievito: "Segnale – spiega il fornaio – che in molti si preparano il pane a casa, oppure che fanno dolci anche per trascorrere il tempo, questo soprattutto per chi ha bambini". Sono cambiate anche le richieste di consumo: "Sono aumentate le richieste di torte da forno, crostate, ciambelle e croissant per la prima colazione: secondo me perché le famiglie hanno più tempo e trascorrono le prime ore del mattino assieme".

Anche l’attività in negozio è mutata: la gente cerca di parcheggiare vicino alla bottega, prima di scendere indossa mascherina e guanti. In negozio le persone stanno molto meno, lo stretto necessario per ritirare la spesa, poche chiacchiere e stanno tutti a distanza di sicurezza. "A mio parere, l’aumento delle richieste di spesa a domicilio è un segnale positivo - spiega Cunsolo - perché indica che le persone hanno acquisito maggiore consapevolezza delle indicazioni del ministero di rimanere a casa".

"Una signora pochi giorni fa - racconta - ci ha chiamati per avere informazioni sulla spesa a domicilio, gratuita. Poi, è scoppiata in un pianto sconsolato al telefono. Ci ha spiegato che il pane non era per lei, ma per il suo vicino di casa, anziano che vive assieme alla moglie inferma e allettata e non può muoversi di casa. Si sono intensificati i rapporti di vicinato, la collaborazione tra condomini".

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