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Rifiuti: differenziata e sanzioni, tre città a confronto

18 settembre 2015 | 16.27
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Roma
Roma

Fare una corretta raccolta differenziata e chi sbaglia paga. Almeno così dovrebbe essere. Per cercare di capire come si svolgono le attività di controllo sul territorio in materia di rifiuti abbiamo messo a confronto tre grandi città: Milano, Roma e Palermo. La città più attiva nei controlli è Milano che, dal primo gennaio al 12 settembre, registra 15.851 sanzioni. Sarà forse per questo che la raccolta differenziata a Milano nei primi 8 mesi del 2015 ha superato il 53%. Molte meno sanzioni nella capitale che ne conta 3424 (dal primo gennaio al 5 settembre) ma i cittadini romani non sempre hanno le idee chiare in tema di raccolta differenziata. E così finisce che scontrini, cartoni della pizza da asporto usati, lampadine e cristallo vengono conferiti nel cassonetto sbagliato. (Foto - Video)

Fa peggio Palermo con solo 351 verbali (fino al 31 agosto). In particolare, sia a Milano che a Roma, le inosservanze vengono verificate da accertatori ‘sul campo’, rispettivamente di Amsa o Ama, appositamente formati e abilitati a tale funzione. A Palermo invece spetta solo alla Polizia municipale il compito di controllare il corretto conferimento dei materiali, sia per i condomini che per le attività.

Guardando nel dettaglio, la voce che a Milano registra più inosservanze è la mancata effettuazione della raccolta differenziata del vetro con 6.777 sanzioni. A Roma, invece, è l’errato utilizzo/custodia dei contenitori condominiali assegnati (1.492). A Palermo, dove la raccolta differenziata è attiva in 6 zone, la Polizia municipale ha effettuato 626 controlli e 351 verbali da 50 euro ciascuno per una scorretta applicazione delle norme sulla raccolta.

"Dai dati sulle sanzioni per la differenziata emerge con chiarezza un’Italia a diverse velocità non solo nelle percentuali di raccolta, ma anche nel sistema dei controlli", così il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti commenta all'Adnkronos.

Secondo il ministro "c’è una doppia esigenza: da un lato quella di alzare l’asticella dell’attenzione nei confronti delle violazioni, dall’altro di rafforzare gli strumenti per una corretta informazione dei cittadini sulle corrette prassi di smaltimento dei rifiuti. Se cresce l’educazione alle buone pratiche, migliora l’ambiente”.

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