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A Roma 90 voragini l'anno, 28 zone a rischio frana

06 aprile 2018 | 11.06
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Una media di 90 voragini all'anno negli ultimi 8 anni, 28 zone a rischio frana e 383 fenomeni franosi, 250mila cittadini a rischio alluvioni. Sono i numeri di Roma, la Città Eterna ma fragile con i suoi 32 kmq di gallerie sotterranee e i 700 km di reticolo idraulico con canali e fossi in stato di grave degrado.

Partiamo dalle voragini, fenomeno in forte aumento a Roma negli ultimi 8 anni: si è passati da una media di 16 voragini l'anno (dal 1998 al 2008) a più di 90. E se il 2013 ha segnato il record di 104, anche il 2018 promette bene: al 31 marzo se ne sono già aperte 44. Roma sprofonda e lo ha fatto nel 2017 al ritmo di una voragine ogni 3-4 giorni e, se il trend dei primi tre mesi continuasse per tutto il 2018, lo farà al ritmo di 1 ogni 36 ore.

La mappa delle voragini a Roma. Le aree particolarmente interessate dalla formazione di grandi voragini si concentrano nella porzione orientale di Roma. I Municipi più colpiti sono V, VII, II (quartieri Tuscolano, Prenestino, Tiburtino) ma anche il centro storico con le aree dell'Aventino, del Palatino e dell'Esquilino. Nella porzione occidentale di Roma il Municipio che conta più voragini è l'XI, seguito dal Municipio XII (quartieri Portuense e Gianicolense).

A causarle, sono soprattutto le numerose cavità sotterranee scavate dall'uomo nel corso dei secoli: si va dalla catacombe all'estrazione di materiali da costruzione. Un'intricata rete di gallerie che scorre sotto i piedi dei romani e sotto le loro case per 32 kmq (e sono solo quelle censite e mappate, molte mancano ancora all'appello).

E veniamo alle frane: Monte Mario, viale Tiziano, Monteverde vecchio e Balduina sono le zone particolarmente a rischio. In totale però, il lavoro svolto dall'Autorità di distretto idrografico dell'Italia centrale ha perimetrato 28 zone a rischio frana e sono ben 383 i siti soggetti a fenomeni franosi nel territorio del Comune.

Non solo voragini e frane. Oggi a Roma il rischio alluvioni ed esondazioni interessa 1135 ettari, per un totale di 250mila cittadini: la più elevata esposizione d'Europa. I motivi? Un sistema fognario non proprio efficiente, la mancata manutenzione dei tombini e la scomparsa, per sversamenti di rifiuti e vegetazione spontanea, di circa 700 km di indispensabili vie d'acqua tributarie del Tevere e dell'Aniene tra canali, fossi e sistemi di scolo.

E poi il Tevere che conta 120 ettari di golene su 1150 cementificate da manufatti anche abusivi, 9 km di rive in stato di degrado, 2,7 km di banchine con smottamenti e 59 installazioni con pochi ormeggi adeguati. E 22 relitti di barche affondati e abbandonati nelle sue acque.

A fornire i dati della Capitale, il primo rapporto su rischio alluvioni, frane, cavità del sottosuolo e acque sotterranee "Il Piano Roma Sicura" presentato oggi e curato dall’Autorità di Distretto idrografico dell’Italia Centrale in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile nazionale, l’Ispra e la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche #italiasicura.

Per mettere in sicurezza la città da voragini, frane e alluvioni, servono 871 milioni per realizzare, nell'arco di 10 anni, 155 interventi di varia tipologia: 783 milioni per 127 opere di contrasto al rischio alluvione e 86 milioni per 28 opere di contrasto al rischio frane. A questi vanno aggiunti almeno 15 milioni l'anno per gestire la manutenzione ordinaria di canali e fossi interni all'area urbana oggi in grave stato di degrado o addirittura 'tombati' da vegetazione e rifiuti, e 4 milioni l'anno per interventi preventivi sulle voragini. Complessivamente la cifra è 1040 milioni.

Concentrandoci sulle voragini, secondo le stime dell'Ispra, per rimettere in sesto solo le otto aree più a rischio della Capitale, servono 8 milioni di euro tra progettazione e bonifica, cui vanno aggiunti 3 milioni di euro (1 milione l’anno per almeno 3 anni) per completare il censimento e la mappatura delle zone con presenza di cavità sotterrane. Il costo totale ammonta a 11 milioni di euro.

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