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Animali: Roma invasa dagli 'alieni', le specie esotiche nella Capitale

16 maggio 2019 | 16.50
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Animali: Roma invasa dagli 'alieni', le specie esotiche nella Capitale

Roma invasa dagli alieni: non arrivano dallo spazio, ma sono specie animali e vegetali esotiche che, attraverso vari canali, sono arrivati nella Capitale e ormai ci vivono stabilmente, causando danni alla biodiversità autoctona. Qualche esempio? Si stima che ci siano più di mille coppie di parrocchetto dal collare di origine asiatica nel quartiere Parioli, e altrettante di parrocchetto monaco di origine sudamericana tra San Giovanni e Appio. Il punteruolo rosso, parassita proveniente dall’Estremo Oriente, ha cancellato buona parte delle palme da orti botanici e piazze; resistono coraggiosamente quelle di piazza di Spagna.

Per alcune specie è difficile dare numeri, ma è verosimile sostenere che le testuggini d’acqua americane, le stesse che si vendevano nei luna park, superino le decine di migliaia di esemplari. Fra loro si nasconde anche qualche temibile testuggine azzannatrice americana, un vero mostro dalle mandibole a becco. I danni? "I parrocchetti cacciano dal nido picchi e storni, cince e torcicolli, le nutrie devastano la flora acquatica dei laghetti nei parchi e del Tevere", spiega Francesco Petretti, presidente della Fondazione Bioparco di Roma, dove si è fatto il punto sul fenomeno nell'incontro "Alieni a Roma" organizzato con il Life Asap (Alien Species Awareness Program) coordinato dall’Ispra.

E ancora. “Le sponde del Tevere sono il rifugio di famiglie di nutrie, roditori oversize dall’aspetto simile ai ratti. Le zanzare tigre, è solo questione di giorni, con le copiose piogge di maggio ci faranno ‘vedere le stelle’", aggiunge Petretti. Non solo Roma. Attualmente in Italia sono presenti più di 3.000 specie aliene, introdotte spesso volontariamente, di cui oltre il 15% invasive. A livello europeo, negli ultimi 30 anni, il numero di specie alloctone è cresciuto del 76% e in Italia del 96%. Per contenere tale fenomeno ogni anno l’Unione Europea sostiene dei costi che superano i 12 miliardi di euro.

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