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Addio al Sistri, 26 persone perdono il lavoro

13 dicembre 2018 | 13.44
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Nella foto i lavoratori di Synergie Italia
Nella foto i lavoratori di Synergie Italia

“Avete tracciato i rifiuti, vi siete persi i lavoratori”. Con questo striscione, questa mattina un gruppo di lavoratori di Synergie Italia ha dato vita ad un flash mob fuori la sede della ex Selex Se.Ma in via Tiburtina a Roma, per protestare contro il dl Semplificazione, approvato ieri, che a partire dal primo gennaio 2019 blocca definitivamente il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti istituito dal 2010. Pronta la risposta del ministero dell'Ambiente: i posti di lavoro "sono al centro dell'attenzione".

Al Sistri, oltre ai dipendenti della Selex Service Management, società all’epoca rientrante nel perimetro di Finmeccanica (oggi Leonardo), hanno lavorato in questi 8 anni anche i lavoratori dell’agenzia interinale Synergie Italia, che ad oggi sono 26 (una persona si è licenziata proprio in questi giorni) che dal primo gennaio 2019 perderanno il posto. E se per tutti i lavoratori Sema c’è la garanzia dal primo gennaio 2019 di essere ricollocati in Leonardo, a parità di parità di condizioni normative e contrattuali, per gli interinali non c’è futuro.

“Hanno chiuso il Sistri senza pensare alle persone che da anni ci lavorano e adesso stanno mettendo in piedi un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti senza considerarci. Perché non ripartire da noi e dalla nostra professionalità acquisita in tutti questi anni?” così all’Adnkronos, Daniele Lotti, che si identifica con il suo codice di lavoro: operatore sistri 1344.

“Se ci ricollocassero in un nuovo Sistri potremmo partire subito senza dover formare nuove persone” sottolinea Lotti. “Abbiamo scritto mail, telefonato e organizzato un sit- in sotto il ministero lo scorso 5 dicembre e ne faremo un altro il prossimo 20 dicembre, ma niente. Per i ministri noi siamo fantasmi” e anche per l’azienda: da Leonardo “nessuna risposta” e il paradosso è che “ci stanno dando più lavoro. Ci stanno facendo fare il censimento di tutte le black box (ossia la scatola nera che doveva essere montata sui mezzi di trasporto rifiuti, ndr) che devono rientrare entro il 31 dicembre perché devono recuperare i soldi che hanno speso”.

In 8 anni, spiega Emiliano Santoni, operatore Sistri 1308, “nonostante i cambi di società, noi non ci siamo mai mossi. Abbiamo sempre lavorato al Sistri offrendo assistenza tecnica, informatica e anche normativa”. Un lavoro dunque, complesso che va oltre un normale helpdesk. Dal primo gennaio dunque, il Sistri cambierà software e nome ma, sottolinea Santoni, “le aziende interessate dal sistema sono le stesse che conosciamo e che abbiamo gestito noi in questi anni. Chiediamo almeno di essere ascoltati”.

Ma cosa non ha funzionato del vecchio Sistri? “Il software forse era un po’ lento e poteva sicuramente essere migliorato” ma il vero problema secondo lavoratori, era nei controlli: “hanno messo in piedi un sistema obbligatorio che nei fatti non è stato mai sanzionabile”. In buona sostanza, le aziende erano obbligate ad iscriversi e a pagare, ma al momento di un controllo, se non producevano la documentazione adeguata, non venivano sanzionate.

Il Sistri, sottolinea Santoni, “è un software, non è una persona e quello che mi fa arrabbiare è che chi l’ha fatto con i piedi sono tutti quei dirigenti che stanno al ministero e che con buone probabilità adesso gestiranno anche il nuovo sistema”.

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