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Cento firme al governo Renzi per chiedere di passare alle energie pulite

09 maggio 2014 | 12.50
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Cento firme al governo Renzi per chiedere di passare alle energie pulite

Cento firme per chiedere al nostro Paese di uscire dall'era dei fossili, passare alle energie pulite e rinnovabili, appoggiare ''un'azione coraggiosa che, attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, dell'efficienza energetica e della chimica verde, ci avvicini al traguardo dell'80 % di taglio delle emissioni necessario per il 2050''. A rivolgersi al Governo italiano, due ex ministri dell'Ambiente e dell'Agricoltura, politologi e giuristi, presidenti e direttori di istituzioni come Fai, Wwf e Legambiente e di associazioni industriali e agricole, politici impegnati nelle commissioni parlamentari competenti, ma anche musicisti, registi teatrali e cinematografici, docenti universitari, scrittori, critici d'arte e sociologi.

L'appello è parte integrante del premio ''Monito del Giardino'', in programma il 14 maggio a Firenze, che ha per titolo ''Dalla Natura alla Natura, con energia'' ed è dedicato alle fonti energetiche rinnovabili. Il pericolo, si legge nel testo, "è già sotto i nostri occhi: non possiamo far finta di niente. Piogge simili a quelle monsoniche, alluvioni e frane sempre più devastanti, rischio idrogeologico in crescita minano la nostra sicurezza. Ma questa minaccia può e deve essere arginata''.

A chiedere che il governo Renzi, in previsione del semestre di presidenza italiana della Ue, si impegni per sostenere una decisa azione europea contro i gas che alterano il clima è una lunga lista di personaggi del mondo della cultura, dell'ambientalismo, della scienza. Si va dal politologo Giovanni Sartori, agli illustratori Sergio Staino e Mojmir Jezek, al meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, ai pianisti Alexander Lonquich e Jin Ju, dall'ex ministro dell'Ambiente e ora commissario all'Ilva Edo Ronchi, a Andrea Segré, Presidente di Last Minute Market e coordinatore della task force del ministero dell'Ambiente contro lo spreco alimentare.

I 100 firmatari dell'appello chiedono nello specifico che venga appoggiata dal Governo italiano ''la richiesta avanzata da numerosi ministri dell'Ambiente europei di rendere vincolanti, Paese per Paese, gli obiettivi che verranno stabiliti" perché ''liberarci dal dominio dei combustibili fossili è una condizione necessaria per sostenere la sfida dell'innovazione tecnologica e rilanciare economia e occupazione".

"I Paesi e le aziende che hanno già fatto questa scelta, ad esempio la Danimarca, che quest'anno è uno dei sei premiati dal Monito del Giardino, ne hanno tratto benefici importanti in termini di competitività, fatturato, posti di lavoro e risparmio. L'Italia, con il 22% di imprese che dal 2008 hanno investito in tecnologie green per ridurre l'impatto ambientale e risparmiare sui consumi, ha tutte le carte in regola per giocarsi la partita'', affermano i firmatari dell'appello.

"Il cambiamento climatico è un dato di fatto ineludibile" afferma il presidente del Premio ambientale 'Il Monito del Giardino', il climatologo Giampiero Maracchi. "Il nostro appello parte adesso con un nucleo di un centinaio di nomi anche 'non scontati' su questo tema, a riprova della preoccupazione di un mondo vasto, che nel quotidiano si occupa di cultura, scienza, imprenditoria e politica. La nostra intenzione è di far pervenire al presidente del Consiglio il nostro messaggio da qui al 5 giugno, Giornata Mondiale dell'Ambiente, allargando la platea dei firmatari per dare occasione all'esecutivo di impegnarsi sulla crisi climatica, oltre che su quella economica ''.

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